Sono state ore convulse quelle vissute in casa Calcio Lecco 1912, finita al buio per un guasto tecnico avvenuto all’interno dell’impianto elettrico del “Rigamonti-Ceppi”.
Che la causa sia stata tale, però, si è appreso solo quando il patron Daniele Bizzozero e l’amministratore nonchè segretario Ivan Corti si sono premurati di rassicurare i propri tifosi attraverso svariati canali d’informazione.
Ma andiamo con ordine e ricostruiamo temporalmente tutta la vicenda.
Nel pomeriggio, come detto, un condensatore si è bruciato, mandando in corto circuito l’intero sistema. Fin qui tutto nella norma, trattandosi di un guasto che accidentalmente si verifica nelle case e nelle strutture di tutto il mondo.
I problemi sono nati quando, attraverso la propria pagina Facebook, la televisione locale, (TeleUnica, ndr) ha diramato il seguente messaggio: “Oggi i tecnici dell’Enel avrebbero provveduto a staccare la corrente alla sede della società bluceleste e allo stadio Rigamonti-Ceppi. La fornitura di energia elettrica sarebbe stata interrotta per morosità: la Calcio Lecco sarebbe in ritardo con i pagamenti delle bollette. La mancanza di corrente potrebbe mettere a rischio le prossime partite casalinghe della squadra del nostro capoluogo”, il tutto scavalcando il normale referente per le questioni di casa bluceleste Stefano Bolotta; di conseguenza, ecco scatenarsi il finimondo: a decine, infatti, sono stati i messaggi postati in ogni dove da tifosi infuriati per la vicenda, che avrebbe gettato sicuramente molte ombre sulla gestione societaria.
In serata Ivan Corti è intervenuto a “Il Blu e il Celeste”, smentendo categoricamente ogni voce e classificandole come “bufale e cattiverie gratuite che fanno solo male”; l’ultimo atto è andato in scena ancora su Facebook, dove lo stesso Corti ha postato due screenshot relativi alle bollette relativamente pagate da lui per conto della Calcio Lecco all’ENEL, ente erogatore del servizio elettrico.
Tutto scoppiato come una bolla di sapone, insomma, solo qualche giorno dopo le altre vicende relative all’hotel “BellaCosta” e alla presunta visita della Guardia di Finanza.