Serviva una partita vera per vedere il meglio, ad oggi, della nuova Calcio Lecco 1912 firmata Marco Gaburro.
Dopo un mese di lavoro, la nuova formazione bluceleste ha mostrato, a Sondrio, l’idea di gioco che dovrebbe far da linea conduttrice nel corso della stagione. Alla “Castellina” si sono visti sprazzi di pressing alto, di possesso palla accelerato e una ricerca ripetuta della verticalità, soprattutto all’interno della zona più calda, quella rappresentata dagli ultimi venti metri. Al netto degli scricchiolii difensivi cui dovrà essere trovata una soluzione, il tecnico veronese può dirsi (e si è detto) sufficientemente soddisfatto per quanto mostrato nel Sondriese: il successo gli ha garantito un nuovo e probante test contro la Virtus Bergamo, su un campo dove i blucelesti hanno raccolto un pareggio, una vittoria e due sconfitte negli ultimi sei anni.
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Il 4-3-3 di Gaburro: pregi e difetti
La fase offensiva, soprattuto negli ultimi venti minuti del primo tempo, ha prodotto tre gol e vari spunti interessanti: la geometria “breve” di Pedrocchi, gli occhi ovunque di Pèrez e la precisione nei lanci di Segato ha messo nelle condizioni Silvestro, D’Anna e Capogna di ricevere la sfera bianca nelle condizioni a loro congegnali. Il folletto prelevato dalla Viterbese ha stravinto il duello “under” con Salcone, mentre, sull’altro fronte, l’esterno di scuola Fiorentina ha mostrato facilità di corsa e capacità di sdoppiamento: da assist man a goleador, con la perla del servizio per Capogna in occasione dell’1-0, che ha valorizzato anche l’apertura panoramica di Segato. Il centrocampista, operato al tendine d’Achille a giugno, ha impiegato un po’ a carburare, ma, sentito l’odore della gara da dentro o fuori, ha tirato fuori il meglio del repertorio in ambo le fasi al pari di Pedrocchi, mentre Pèrez aveva già mostrato un’intelligenza calcistica superiore alla media anche nel corso della fase prestagionale. In attesa di Moleri, il Lecco si è retto sui suoi “vecchi” d’assoluta garanzia.
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Sul lato difensivo, invece, le pecche su cui lavorare ci sono. Non tanto centralmente, dove Carboni e Malgrati non sono andati oltre a delle leggere sbavature, ma sugli esterni, zona del campo in cui Alborghetti e, soprattutto, il più giovane Corna hanno mostrato qualche tentennamento di troppo nel fronteggiare Ronzoni e Vono. Il terzino di scuola Renate, dopo un precampionato positivo sull’out di destra, è stato dirottato sulla fascia sinistra, non dando impressione di solidità. In quel ruolo Gaburro dovrà provare anche Stefano Ruiu, che lo ricopre naturalmente e ha sulle spalle già più di venti presenze in categoria, dopodichè tirerà le somme in vista dell’inizio del campionato. Dovrà invece lavorare sulle uscite il portiere Guadagnin, apparso molto più in “palla” tra i pali che fuori dagli stessi: a due-tre interventi di ottima fattura a ridosso della linea bianca, il guardiano veneto ha abbinato altrettanti “svarioni” nell’altro fondamentale.