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C3, BluCeleste in profondità

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Tempo di lettura 2 minuti

Se tre indizi fanno una
prova, ci siamo.

I limiti li avevamo intuiti, i difetti anche, le
difficoltà pure. La sconfitta di Castel Goffredo ha riportato alla luce
i problemi congeniti del Lecco targato Roncari che le tre vittorie
consecutive aveva spazzato sotto il tappeto: rosa “corta”, uomini
fondamentali in assenza dei quali si fatica maledettamente, incapacità
nel trovare soluzioni alternative.
Nessuno vuol dimenticare da dove
siamo partiti, ma dopo due mesi e mezzo ci piacerebbe capire quantomeno
dove siamo diretti. Se questa squadra, che sta facendo grandissime cose
rispetto a quando noi tutti ci si attendeva nell’immediato post-uragano
estivo, rimarrà la stessa sino a fine stagione beh, “abituiamoci” a un
campionato di alti e bassi, a una stagione di transizione, di
stabilizzazione e lavoriamo già in prospettiva del prossimo anno.
Se
viceversa si pensa di poter già tentar di viaggiare a qualcosa più del
tranquillo cabotaggio, non si può non metter mano alla rosa e tamponare
le falle il prima possibile.

Dove ?

Beh, serve un portiere che offra
garanzie, un ’94 che dia respiro al pur esponenzialmente crescente
Redaelli e una punta che ci consenta di non essere Toro-dipendenti.
E’
sufficiente rispondere “sì” o “no” alla necessità che il campionato
impone. Giusto per essere chiari con tutti, non illudere ma nemmeno
deprimere.
A Lecco sappiamo anche accontentarci, a volte: basta
dirlo…
Ma l’altra domanda è: chi deve dircelo ?

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