Domenica riprende il campionato dopo la pausa per le feste natalizie e per il Lecco si prospetta la lunga e difficile trasferta contro il St. Georgen, formazione che porta alla mente dei tifosi dei bei ricordi di una prima di campionato iniziata con un 3 a 0, dopo soli tre giorni in cui si era riusciti ad allestire una squadra.
Il Lecco è attualmente sesto in classifica con 30 punti a cinque dalla zona play off, occupata da Olginatese e Voghera entrambe a 35. Ai blucelesti mancherà Redaelli squalificato e quindi si pone il problema del ’94 da far giocare. Una possibile soluzione sarebbe quella di schierare il secondo portiere Facheris, il tutto per non snaturare gli equilibri di gioco.
Ecco quindi presentarsi il lungo portiere, 194 cm. classe ’94, presentarsi bardato di tutto punto. Facheris lo sa che domenica potrebbe essere della partita, si sente pronto? “Sì io sto benissimo e spero di iniziare il meglio possibile questo nuovo. Per tutto questa parte di stagione mi sono sempre tenuto pronto. Darò la massima disponibilità qualora il mister decidesse di farmi giocare, perché è importante dare il proprio contributo quando si viene chiamati . In queste settimana sono stato bene perchè mi ritrovo in un gruppo è fantastico dove poche squadre possono vantarne uno tanto affiatato, dove tutti si aiutano. Tutto questo fa sì che i risultati arrivino più facilmente”.
Lei ha giocato con Pergolettese e Voghera, poi? “La squadra in quel momento non era al massimo e il perchè lo sanno tutti, era appena stata costruita e aveva bisogno di affiatamento. Ci si doveva conoscere e mancava l’amalgama Ora si vede che è cambiata la musica e noi dobbiamo proseguire su questa strada. Dal punto di vista personale non temo niente, so quello che valgo e mettermi a disposizione della squadra, sono sul pezzo e dare un contributo importante. Poi sarà il Mister a fare le sue valutazioni, come è giusto che sia. Ho sempre cercato di dare il massimo per dimostrare che anche io posso valere il posto».
Come sono i rapporti con Frigerio? “In lui ho trovato un buon compagno, ci sosteniamo a vicenda, ma soprattutto in allenamento ci divertiamo. C’è una sana concorrenza, senza colpi bassi, e questa cosa è importante. Ci conoscevamo dall’Atalanta, quando io ero piccolo e lui faceva la Primavera. Sono stato contento di essermi ritrovati qui a Lecco con lui, tra l’altro la prima persona che ho visto è stato proprio Frigerio”.
Per un terzino destro che se ne va, leggi Maggioni, eccone uno che arriva. Parliamo di Andrea Gritti, 24 anni già capitano del Seregno e che forse domenica scenderà in campo per far fronte all’assenza di Luca Redaelli, squalificato.
Gritti come si è trovato qui a Lecco? “Sono arrivato lo scorso 17 dicembre, l’ambiente mi ha accolto bene e di questo sono grato ai compagni e lo staff. Spero di contraccambiarli con buone prestazioni. Ho lasciato Seregno per una serie di motivi e quando ho avuto l’occasione di venire a Lecco non ci ho pensato su un secondo, come si fa a rifiutare una piazza così? Ho ancora in mente la partita persa quando giocavo con il Seregno, dopo che eravamo andati sul 2 a 0 e poi perdere 3 a 2. È stato difficile giocare sotto la Curva Nord e non a caso lì nacquero due rigori e un’espulsione. Meglio stare da questa parte della barricata”.
In quale ruolo si trova meglio a giocare? “Durante tutte le giovanili ho giocato come centrale, ma arrivando in prima squadra ho fatto per tre anni il terzino. E avendo fatto anche la mezz’ala, l’esterno alto di destra, posso fare agevolmente anche il terzino destro. Qui a Lecco ho trovato un buon ritmo, molto alto, fin già dagli allenamenti. Ci fanno lavorare il giusto, mentre a Seregno era diverso avevamo cambiato preparatore atletico e andavamo un pò più lenti, qui la fisicità e il ritmo sono tenuti sempre al massimo”.
Quando era a Seregno aveva già giocato contro il St. Gergen in casa loro, come li ha visti? “Noi avevamo vinto 3 a 1, in un ambiente che non è certo uno stadio, della categoria ha ben poco, ma per questioni logistiche loro si spostano spesso su quel sintetico a Brunico. Non è un campo facile perché sembra di giocare in un’altra nazione. Tra di loro parlano tedesco e anche i tifosi lo fanno. C’è una piccola tribuna scoperta sul lato lungo del campo e nient’altro”.
Quanto può influire la sosta sulla ripresa del campionato? “Sicuramente arrivando da una sosta dobbiamo essere pronti a riprendere la mentalità che ho imparato ad avere a Lecco, quella di non sottovalutare mai l’avversario, anche perché chi gioca contro il Lecco dà sempre il 110 per cento. Dovremo cercare di imporci fin dal primo minuto in modo da neutralizzare eventuali imprevisti. Loro poi sono una squadra molto tosta. Non è facile da preparare. Giocano sulle individualità là davanti, anche se dietro concedono qualcosa”.