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Bruschi e Villani

Bruschi & Villani 11 Marzo 2013Che Grinta Ragazzi !!!

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Il Lecco non segnava una tripletta con un suo bomber da Lecco-Torres del 18 settembre 1994 quando Corrado Cortesi, famosissima la sua foto urlante appeso a una ringhiera di uno stadio in trasferta, aveva affondato i sardi con tre sue sassate. Davide Castagna, come Corrado Cortesi, ha nel Dna la lotta, la battaglia, la voglia di vincere.Ma quel lontano campionato 1994-1995 insegna che la grinta e la determinazione, da sole, non bastano: fu anche foriero, infatti, di una grande delusione. Era il primo anno in cui venivano introdotti play-off e play-out e quella squadra di Antonio Pasinato sfior&ograve;, chiudendo al sesto posto, gli spareggi promozione, senza per&ograve; ottenerli per soli tre punti.Questo Lecco di oggi, invece, ce la pu&ograve; anche fare a patto, per&ograve;, di dare ancora pi&ugrave; appoggio e sostegno a questa formazione.&nbsp;

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Contro il Mapello, invece, a parte la solita Curva, abbiamo sentito mugugni e anche qualche contestazione a Roncari proveniente dai Distinti: tante volte, anche da questa rubrica abbiamo criticato l&rsquo;allenatore bluceleste per alcune scelte non azzeccate, ma contro il Mapello, con due squalificati di lusso come Chessa e soprattutto Mauri e due infortunati dell&rsquo;ultima ora come Rota e Rudi, non poteva fare di pi&ugrave;. Da contare anche che la squadra appare anche fisicamente provata per una rincorsa logorante psicologicamente ancor prima che fisicamente.
Di critiche e di appunti se ne possono fare quanti se ne vogliono, beninteso. Si paga il biglietto e si pu&ograve; criticare a profusione. Ma &egrave; lo scopo di queste critiche a sfuggire. Roncari non si cambia e sarebbe davvero sbagliato farlo visto che, comunque lo si voglia vedere, ha portato una squadra partita ad agosto con un pesante handicap, a due punti dai play-off. E neanche la squadra si pu&ograve; cambiare. Insomma, Roncari deve stare pi&ugrave; tranquillo e non preoccuparsi delle critiche, da qualsiasi parte provengano. E i tifosi dovrebbero pensare a tifare. Almeno quelli che criticano solamente. Ci sta qualche rimbrotto, fischio o urlaccio da chi ogni domenica &egrave; su tutti i campi e tira un moccolone ogni tre cori a sostegno.
Non ci sta da chi, invece, vede magari solo le partite in casa, non conosce le situazioni contingenti, ovvero le difficolt&agrave; peculiari della squadra domenica dopo domenica, eppure contribuisce ad avvelenare l&rsquo;ambiente. Il tifo, si sa, &egrave; bello perch&eacute; imprevedibile e genuino, anche quando &egrave; &ldquo;contro&rdquo;. Ma ora ci vuole unit&agrave; d&rsquo;intenti. Useremmo la parola coesione se non fosse stata usata mille volte a sproposito negli anni scorsi&hellip; I play-off sono raggiungibili ma difficili. &Egrave; il momento di turarsi il naso e incitare il Lecco per partito preso. Anche se gioca male. L&rsquo;importante &egrave; l&rsquo;obiettivo. E non parliamo solamente di obiettivo sportivo, ma di futuro stesso della societ&agrave;.
Se il Lecco raggiunge i play-off ci sono altissime probabilit&agrave; che venga &ldquo;invitato&rdquo; in Lega Pro. E questo aprirebbe le strada a nuovi ingressi in societ&agrave;. Altrimenti tutte le strade che conducono a un rilancio della societ&agrave; saranno pi&ugrave; difficili, pi&ugrave; in salita.

Insomma, sursum corda. E anche se il nostro Lecco non fa sognare, l&rsquo;importante &egrave; che vinca. E arrivi ai play-off.&nbsp;

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