Anche l’Alzano ottiene il suo pomeriggio di gloria contro il Lecco riuscendo, poi, nell’impresa di non vincere avanti di due gol. D’altronde non si è ultimi in classifica per caso. Ma i blucelesti, sempre più in confusione, devono chiedersi come mai non riescono a incidere anche contro avversari francamente modesti. È vero che il Lecco non è fortunato e che l’arbitraggio è stato scandaloso, ma è altrettanto vero che ormai il disco è rotto. Ci si ripete, partita dopo partita le stesse cose: scarsa personalità, mancanza di idee chiare in campo, gioco farraginoso, giovani tremebondi, esperti senza nerbo. E così domenica per la prima volta si è affacciato sulla squadra bluceleste lo spettro dell’Eccellenza. Altro che play-off o vetta da raggiungere (ormai lontana 15 punti). Il Lecco deve sempre più stare attento a non precipitare.
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Detto questo, scaricare tutto sulla squadra, non è possibile, né giusto. La squadra è solamente l’ultimo anello di una catena che parte dall’amministratore unico Paolo Cesana e arriva alla Cento Bluceleste passando per la vecchia proprietà. Se non ci sono denari per sognare e si fa fatica a tirare avanti, bisogna fare un esame di coscienza. Premesso che non si sono fatti vivi gli imprenditori lecchesi sui quali Rusconi contava tanto, ora bisogna stringere e prendere quel che passa il convento. Non siamo affatto convinti che Salvatore Ferrara e il suo staff siano la migliore delle soluzioni possibili, ma è altrettanto certo che se non arriveranno sarà peggio per il Lecco visto che le attuali proprietà (ovvero la Cento e gli Invernizzi, in quali parti e in quali rapporti di forze non è dato sapere), non sembrano in grado o interessate ad andare avanti. Il rischio che qualcuno porti i libri in tribunale ci appare sempre più concreto. E ormai la cosa sembra interessare solamente a quattro-cinquecento persone in tutta Lecco. Cosa che ci sembra l’anticamera della sparizione.
Non gettiamo la croce addosso ai giocatori, che ci sembrano i meno colpevoli di questa situazione, ma vorremmo che loro, come avvenuto a Busto Arsizio in tempi non lontani e in altre piazze, facciano gruppo e si serrino tra di loro per tirare fuori il meglio. Anche se non è facile, abbiano fiducia che le cose possano migliorare ma, intanto, si buttino a capofitto non solo nel lavoro e nell’impegno ma nella passione bluceleste. Il pari di Alzano di positivo ha solamente l’orgoglio. Costruiscano, i nostri, il loro campionato su questo orgoglio e sappiano guardare avanti senza mai voltarsi indietro, o di lato. Capiamo l’imbarazzo di non avere nessuno con cui parlare veramente di soldi, di prospettive, di futuro. Capiamo la difficoltà di non avere neanche un allenatore che possa cambiare le cose radicalmente. Nel senso che Ratti tutto può essere meno che una persona “nuova” per l’ambiente, sempre che il nuovo rappresenti il meglio. Ma con i lamenti e le depressioni si fa poca strada. Comincino loro a dare l’esempio e si mettano di traverso alle parti in causa. Se in società perdono tempo prezioso, loro corrano il doppio. Se i dirigenti passati, presenti e futuri, nicchiano, loro ci mettano la faccia. Se il blasone del Lecco sembra irrimediabilmente perduto, a livello di società, loro dimostrino che indossare il bluceleste è cosa speciale. Non farà mangiare, ma la riconoscenza del popolo bluceleste sarà imperitura. E smettiamola con i piagnistei che saranno pure comprensibili ma non sono giustificabili. Dopo di che voltiamo al più presto pagina. Grazie.