E’ il 1960 quando il Presidentissimo Mario Ceppi ha appena coronato il sogno suo e di un città di portare il calcio provinciale in Serie A, perchè il Lecco è la prima squadra non capoluogo ad arrivare nella massima serie nazionale.
A quei tempi il calcio era nella sua forma più pura di divertimento, tanti giocatori, soprattutto nelle squadre minori, sono dei dopolavoristi, che si allenano alla sera e la domenica si presentano alla partita magari dopo essersi alzati la mattina presto per preparare il pane da vendere in negozio.
Il Lecco non era l’eccezione della regola, ma per poter mantenere la categoria servono giocatori in grado di far sognare e, sull’onda del celebre Maracanazo, l’Uruguay a quei tempi era una delle mete più gettonate per osservatori e cercatori di talenti a basso costo da portare in Italia.
Nel Genoa appena retrocesso in Serie B si era distinto Julio Abbadie, che era arrivato nel Belpaese ventiseienne direttamente dal Penarol. A quei tempi era soprannominato El Pardo per via del colore dei capelli e delle movenze leggere con cui aveva fatto innamorare la platea di “Marassi”. Con un colpo dei suoi, Ceppi si era assicurato la ciliegina sulla torta di una squadra che a Lecco ancora oggi è ritenuta leggendaria, che debutta il 25 settembre 1960 al “Franchi” di Firenze con il seguente undici: Bruschini, Franchi, Duzioni, Gotti, Cardarelli, Galbiati, Savioni, Abbadie, Bonacchi, Arienti, Gilardoni.
In quell’annata magica scintillano i pareggi interni contro Juve e Milan e la vittoria per 2-1 contro l’armata Inter di Helenio Herrera.La stagione si concluderà con la soffertissima salvezza nello spareggio contro Udinese e Bari sul campo neutro di Bologna, mentre in quella successiva la magia non si ripeterà ed i Blucelesti dovranno tornare nell’inferno della serie cadetta.
I due anni del Pardo si conclusero con 45 presenze, 7 gol e tante giocate di classe.
In linea con quanto fatto quando si trovava a Genova, Abbadie infatti decise di cambiare aria in seguito alla retrocessione e di riabbracciare i colori gialloneri del Penarol, con cui a 36 anni vincerà Copa Libertadores e Coppa Intercontinentale.
Ieri, a Montevideo, si è spento all’età di 83 anni uno dei più grandi talenti che abbiano calcato il terreno del “Rigamonti-Ceppi”, simbolo di un calcio fatto da squadre di uomini veri prima che da giocatori di calcio, in cui la classe cristallina di pochi fuoriclasse era sostenuta dalla corsa e dalla volontà di persone come Facca, Pasinato, Savioni, Gotti, Bonacchi, Duzioni e tanti altri ancora.
[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=uZ_oAIg1XLA[/youtube]
[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=AGlzQszma7M[/youtube]