Ennesimo polverone sollevatosi tra il comune di Lecco e Confcommercio: l’amministrazione di Palazzo Bovara, ha ascoltato la segnalazione del Questore e ha deciso di vietare la vendita di alcolici in prossimità del “Rigamonti-Ceppi” nella giornata di domenica “per prevenire fenomeni di disordine, rischiosi per la sicurezza pubblica e il degrado urbano e ambientale”, vista la prevista folta presenza di tifosi che si recheranno presso lo stadio cittadino per assistere alla partita tra Calcio Lecco e Piacenza.
E’ arrivata con sostanziale imminenza la replica dell’associazione dei commercianti lecchesi, che, tramite un comunicato stampa firmato da Marco Caterisano: “Siamo dispiaciuti per l’ennesima volta per la misura restrittiva adottata nei confronti dei pubblici esercizi posizionati nelle vicinanze dello stadio che riguarda il divieto assoluto di somministrare alcolici in occasione della partita Lecco-Piacenza nella giornata di Domenica 24 Aprile – si legge – Non condividiamo in maniera più assoluta, come già ribadito lo scorso anno, che il divieto riguardi solo i pubblici esercizi e come al solito escluda il Centro Commerciale, comodo, vicino e con bar interni, rendendo l’ordinanza completamente inutile. Comprendiamo i problemi legati alla sicurezza pubblica, ma non possiamo condividere che l’ignoranza di questi individui vada a ripercuotersi negativamente anche sulle attività commerciali. Crediamo poi che, a causa dell’indecenza di qualche esaltato che vede una partita di calcio come un campo da battaglia, sarebbe preferibile giocare le partite a porte chiuse al posto di dare fastidio a chi lavora e di avere tanto dispendio economico di soldi pubblici per le forze dell’ordine occupate nel cercare di arginare questo fenomeno.”
Il dott. Caterisano ci consenta una presa di posizione: definire a prescindere i tifosi come “ignoranti” se non privati di alcool è un clamoroso autogol, così come l’invocazione delle porte chiuse per risolvere i problemi.
Con lo stadio (centro di aggregazione per eccellenza) vuoto, gli “ignoranti ed esaltati” sarebbero liberi di venire alle mani per le vie cittadine, mentre la partita stessa perderebbe di parecchio del suo fascino, come già accaduto nel 2013.
Probabilmente il presidente della Fipe non ha il pallone tra le sue passioni o i suoi hobby, recita il suo giusto ruolo di difensore dei commercianti, che hanno il pieno diritto di lavorare al meglio delle loro possibilità, ma per farlo ha sparato a zero su un’altra categoria seguendo un pregiudizio tutto italiano.