Lecco, in fin dei conti, era casa sua anche quando ci giocava contro e, spesso e volentieri, segnava. Anche da avversario era “quello”: cattivo, “pesante” e pericoloso sottoporta. Il “Toro”, insomma. La sua città l’ha riaccolto esattamente come l’aveva salutato: con affetto, recapitato per mezzo social e fisicamente, vista l’accoglienza riservatagli quando è stato presentato sul palco di piazza Garibaldi.
“Giocare a Lecco e contro il Lecco è stata una coltellata continua – spiega Castagna – spesso ho fatto gol, ma purtroppo quello era il mio mestiere anche in quel momento. Torno con tanta voglia e tanta carica, sicuramente maturato rispetto a quando sono andato via tre anni fa.”