La discussione di martedì, alla ripresa degli allenamenti, avrà delle risposte. Positive o negative.
Il campo del “Rigamonti-Ceppi”, che sarà avvolto da un tetro silenzio, sarà un giudice inappellabile. Il Lecco giocherà contro il Dro e anche contro sè stesso, per abbassare i toni dopo i dissidi interni sfociati nello scambio di battute di martedì. Una situazione di non facile governabilità, aldilà di tutto: si è arrivati al “dunque“, al consueto momento in cui una stagione svolta. In un senso o nell’altro.
“Sarà una partita complessa, come tutte quante – spiega mister Alessio Delpiano -. Dobbiamo dimostrare qualcosa a noi stessi, dobbiamo soprattutto giocare per e vincere. Rientrano quattro titolari importanti, l’ha detto il campo quanto valgono, ma mi aspettavo di più dai loro sostituti, dobbiamo puntare il dito su tutti e undici. Ci siamo parlati negli spogliatoi, deve parlare il campo, lì di bugie non se ne possono mai dire.” Con un presidente e una tifoseria sul piede di guerra, tutti dovranno prendersi le loro responsabilità.
Nell’occhio del ciclone ci sono finiti soprattutto i “vecchi”; ai giovani, come il neo 19enne Andrea Compagnone, è difficile imputare particolari colpe. “Parlarsi faccia a faccia è sempre positivo, succede in ogni squadra ed è giusto che sia così. A Crema la prestazione non è stata sicuramente ottimale, ma vogliamo già rifarci con il Dro.”
Siamo di fronte al primo punto di non ritorno, il Lecco attende una risposta dai suoi portacolori.