Prima della tattica. Prima della preparazione fisica. Mister Marco Gaburro vuole creare il “Gruppo Calcio Lecco” prima di ogni altra cosa.
Avere venticinque elementi ben affiatati tra di loro è, verosimilmente, condizione necessaria per “potercela fare” a Lecco. Una carta da spendere con continuità in corso d’opera, a maggior ragione quando la tendenza sarà meno favorevole. Fresco di un campionato vinto nel girone A con il Gozzano, alloro che mancava da inizio millenio nel suo palmares (nel 2001 guidava la Poggese), il tecnico veronese ha l’intenzione di ripetersi a Lecco, con un’incarico “all’inglese” che ne ha aumentato oneri e onori. Lunedì mattina la Calcio Lecco ha dato i primi calci al pallone: poco più di una sgambata, una seduta incentrata sulla prevenzione dopo mesi d’inattività un po’ per tutti gli elementi.
Partire bene, anche e soprattuto nel ritiro di Carenno, sarà di fondamentale importanza per non rischiare di ritrovarsi con il fiato corto alle prime uscite ufficiali. Il programma si ripeterà anche martedì, mentre mercoledì andrà in scena il primo “doppio” (9.30 e 17.00): «Le prime sensazioni sono assolumente positive, se non fosse così sarebbe preoccupante – spiega mister Gaburro, non trattenendo un sorriso -. Il nostro primo obiettivo è quello di superare le barriere di conoscenza, non è nè tecnico nè tattico. La conoscenza reciproca è la prima cosa, il campo viene dopo ciò che stiamo cercando di fare fuori, lì ci si conosce in un modo diverso, con il pallone».
I tifosi del Lecco hanno applaudito in modo convinto il discorso del tecnico, che, dal palco di piazza Garibaldi, ha tenuto il profilo basso e ha responsabilizzato sè stesso e il gruppo che sta allenando: «Alcuni ragazzi conoscono già la piazza, gli altri devono capire dove si è e per chi si gioca, sono cose importanti. In Serie D si trova di tutto, anche squadre che hanno fatto la Serie A, come altre realtà che hanno fatto la Promozione fino a pochi anni fa».
La consueta ecatombe, per mano del continuato collasso economico nel calcio minore, rischia di mettere delle realtà quantomai scomode sulla strada del Lecco. Per fare qualche esempio, “in giro” ci sono Mantova, Modena e Cesena, ultime e nobili decadute del pallone italiano: «Sono, però, delle città abbastanza distanti da noi. Non guarderei troppo a questo fattore, anche perchè abbiamo una squadra in grado di giocarsela con chiunque».ù
“Iniziamo a credere in noi stessi, poi si vedrà”: questo il messaggio che arriva dalla “prima” di Carenno.