Da sud-est della Spagna al profondo nord dell’Italia, passando per le difficoltà economiche di una Grecia nel pieno del rischio default.
Le vie del calcio, prendendo in prestito e riadattando una massima religiosa, sono infinite e hanno portato il diez a vestire la maglia della Calcio Lecco 1912. Cresciuto nel settore giovanile del Valencia, con cui ha giocato anche nella squadra Mestalla, è passato da lì a Deportivo Fabril, Sporting de Gijón, Albacete Balompié prima di sbarcare nella penisola ellenica e giocare per PAE Veria, Panthrakikos Komotini e PAS Lamia 1964. Qui Pérez ha conosciuto la fase più difficile della sua carriera, scaraventato all’interno della Grecia pre-Tsipras, sull’orlo del baratro da cui non si è nemmeno troppo allontanata dopo anni di austerità. Una fase che, complice una controversa situazione vissuta con l’Arīs Salonicco poi fallito, l’ha convinto ad abbandonare il calcio nonostante le tante presenze tra Super League e Football League North, la seconda lega nazionale.
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Trasferitosi sul lago d’Orta, tra le province di Novara e del Verbano-Cusio-Ossola, “Gullo” Pérez ha deciso di cambiare vita, comprando un terreno per costruirci un bed&breakfast: qui, per una coincidenza fortuita, ha conosciuto Luciano Strada, presidente del Borgosesia che ha riacceso il sacro fuoco che muove ogni calciatore degno di nota, ridando al murciano le giuste motivazioni e la giusta occasione per riallacciare il filo spezzato con il pallone. Il resto è storia più nota: nella prima stagione (’16/’17), Pérez mette insieme 29 presenze e 4 gol, convincendo il Gozzano di Gaburro a puntare su di lui, ottenendo, insieme a Capogna, Segato e Carboni, le carte giuste per giocarsi la prima promozione in Serie C nella storia della società piemontese.
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Oggi Pérez è uno dei gioielli della squadra bluceleste: «Volevo fortemente tornare a giocare davanti a dei tifosi, mi mancava tanto – spiega a Lecco Channel News – e questo è stato uno dei motivi per cui ho scelto Lecco. In un posto del genere rendo molto di più, sono uno di quei giocatori che deve sentire la spinta del pubblico per dare il 100%. Inoltre, so che in questa città vivrò benissimo perchè già mi piace. Per quanto riguarda il campo, mi piace il calcio verticale del mister, vuole e voglio sempre andare a fare male agli avversari». Mentalità española al servizio di un gruppo che cresce di giorno in giorno, candidandosi per una stagione da protagonista assoluto.