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I “Fattori Esterni” che fanno bene al Lecco: i blucelesti volano sulle fasce

Gianluca Draghetti palla al piede: le sue giocate sono sempre incisive
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Tempo di lettura 3 minuti

“Volare oh oh”, cantava Modugno nel 1958. Sessant’anni dopo, la Calcio Lecco vola anche grazie all’incisività dei suoi laterali.

Il solo modulo di partenza scelto da mister Marco Gaburro, il 4-3-3, impone di avere un elevato grado di qualità nelle zone laterali del campo, ma ciò che più conta è la capacità di trasformare la fase difensiva in quella offensiva (la cosiddetta transizione) nel più breve tempo possibile, formando una catena forte su un lato per poi cercare di ribaltare il gioco sul lato debole. In soldoni: lavorare con tanti uomini su un lato del campo per liberare le offensive sull’altro.

Soprattutto contro il Brail Lecco è riuscito nell’intento: il primo gol, realizzato da D’Anna, è figlio di un immediato recupero palla e di un cambio gioco a memoria di Segato, capace di portare la sfera da D’Anna a Draghetti con un solo lancio ben calibrato, e di un’ottima collaborazione a ridosso dell’area tra i due attacanti, che hanno chiuso il triangolo al limite dell’area anche grazie alla sovrapposizione di Moleri sulla sinistra; la qualità balististica del brindisino ha fatto il resto, mettendo subito in discesa la partita per i blucelesti.

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La batteria degli esterni offensivi a disposizione di Gaburro è sicuramente ampia e variegata: la conferma di “Drago” è passata quasi sottotraccia, ma le sue qualità in fase di rifinitura e realizzazione avevano entusiasmato anche mister Tacchinardi. Fatti salvi rari casi, l’ala di scuola Bologna non ha mai sbagliato le giocate negli ultimi venti-trenta metri, dispensando con intelligenza sia assist che tiri in porta; i suoi movimenti e la tendenza a stringere il campo lo portano a essere ancor più funzionale al tipo gioco del nuovo tecnico veronese su un campo largo: per due volte è schierato titolare nelle gare casalinghe, mettendo in tavola il meglio della casa.

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Lontano dal “Rigamonti-Ceppi” ha invece giocato e brillato il giovane Michele Silvestro, che, al contrario, è tendenzialmente propenso a partire dalla linea laterale per poi stringere verso il centro oppure cercare il fondo del campo grazie alla sua esplosività nel “breve”. Importante anche l’incisività del 19enne con il tiro da fuori: l’ultima uscita interna contro il Bra non è che l’ultimo esempio in tal senso.

Fattore da non trascurare è il prossimo rientro in quei ranghi di Giancarlo Lisai, liberato dai ritorni di Pedrocchi e Pèrez nella zona nevralgica del campo: per quel poco che abbiamo potuto vedere quando la forma fisica era ancora ben lontana da quella attuale, il sardo è votato alla ricerca dei compagni dentro l’area con i cross dalla fascia di competenza; giocata, questa, che potrebbe dare il meritato lustro anche al lavoro sporco fatto da Capogna e Lella negli ultimi trenta metri di campo. Attaccanti del genere tengono occupati entrambi i centrali difensivi avversari, dando la possibilità ai due compagni di reparto di dare il meglio nell’uno contro uno. Possibilità che abbiamo visto essere ad altra probabilità di realizzazione.

Nel fornito battaglione ci sarebbe anche Davide Caraffa, attualmente fermo a causa di uno stiramento: simile a D’Anna per caratteristiche, rischia purtroppo di veder frenato il suo processo di crescita. Con le sue doti, anche l’eroe di Olginate può certamente ritagliarsi la sua fetta di minuti, favorito dalla possibilità di effettuare cinque cambi: sin qui Gaburro ha cambiato completamente l’attacco in corso d’opera, facendo turnare tutti gli elementi a sua disposizione nel corso delle prime due uscite di campionato.

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