Il bello deve ancora venire, stando alle parole di capitan Andrea Malgrati.
A volte, infatti, ci si dimentica che il Lecco è una squadra quasi completamente nuova, formata su due pilastri (i quattro confermati e i quattro del gruppo di Gozzano), ma per il resto costruita da elementi che tra di loro spesso non si conoscevano personalmente. Partita a metà luglio tra scetticismo e pressioni importanti, la squadra guidata da mister Marco Gaburro ha fatto percorso netto, incamerando cinque vittorie in altrettante uscite ufficiali, restituendo alla città un entusiasmo nascosto. Il merito è anche dei giocatori più esperti, che hanno e stanno lavorando in funzione della squadra; dote, questa, che sovente è mancata negli ultimi sette anni. A tirare il gruppo c’è sicuramente l’ex capitano del Renate, che si è spostato di qualche chilometro ma ha mantenuto in pieno le sue responsabilità di rappresentante della squadra, su richiesta diretta del nuovo allenatore.
Oggi il Lecco è una squadra che dà l’idea di poter disporre delle partite a suo piacimento: «C’è tanto lavoro da parte del mister e dei collaboratori – spiega Malgrati a Lecco Channel News -. Se diamo questa impressione è sicuramente un bene, ma non potrà essere sempre sempre così. Per ora stiamo segnando tanto, ma ci saranno partite da vincere 1-0». A 35 anni, il capitano è un esempio d’inossidabilità: «Bisogna fare molta più attenzione rispetto a quando se ne hanno 18, chiaramente. Noi siamo seguiti molto bene a livello fisico, inoltre io sono sempre stato fortunato rispetto agli infortuni capitatimi».
Il segreto, che poi segreto non lo è, va ricercato nella comunione d’intenti: «C’impegniamo sempre al massimo, anche nelle partitelle non si tira mai indietro la gamba. Questa volontà comune è indipendente da chi porta la fascia al braccio o meno, bisogna avere ancora pazienza perchè il gruppo si sta ancora formando». E allora si, che il bello deve ancora venire.



















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