Le squadre più forti ne escono sempre con la qualità, anche su campi come quelli di Dronero e Stresa.
«Si gioca sempre a calcio, anche sui terreni più difficili», racconta Jordan Pedrocchi nel giorno che precede la sfida al fanalino di coda Borgaro Nobis, quasi un testa-coda. Il Lecco ha saputo centellinare il bel gioco, dimostrando però di saper essere camaleontico, La Dote di ogni grande squadra che deve vincere sempre e comunque. Perno del centrocampo, il regista di scuola Milan è sempre partito dal primo minuto al fianco di Nicola Segato, con cui ha formato un filo conduttore per tutta la squadra, più che i due terzi della mediana: mancando la mezz’ala, gran parte dei palloni passeranno dai suoi piedi e dalla sua mente, sempre “sul pezzo”.
«La qualità viene sempre fuori, la metà campo dove attaccavamo a Stresa nel primo tempo era messa peggio dell’altra – racconta Pedrocchi a LCN -. Le nostri doti vengono sempre fuori, l’importante è avere la mentalità di non mollare mai, nessuno aveva la testa bassa dopo aver subito il gol del pareggio. Le reti avversarie è sempre meglio non prenderle, ma concediamo poco ed è questa la cosa che conta».
Per quanto riguarda il compagno che lo affiancherà, Pedrocchi la vede così: «Con gli atri ragazzi mi alleno tutti i giorni, ma la partita è un’altra cosa, con Nicola (Segato, ndr) l’intesa è cresciuta via via, la sua importanza per noi è testimoniata dal suo minutaggio». Gaburro potrebbe optare, in tal senso, per la soluzione Pedrocchi-Lisai-Moleri, la più conservativa e plausibile, ma con Poletto in lizza per la prima maglia da titolare della stagione.