In una Calcio Lecco 1912 che va a mille all’ora, preoccupa comunque la situazione di Guillermo “Gullo” Pèrez.
Il forte centrocampista spagnolo dallo scorso 26 agosto (Lecco-Sondrio) convive con la fascite plantare, problema al piede che non gli sta dando tregua. A testimoniarlo è stato il rientro dal primo minuto di Lavagna, durato lo spazio di soli venticinque minuti prima della nuova alzata di bandiera bianca. Da lì in poi, Pèrez si è diviso, praticamente ogni giorno, tra palestra, lettino del massaggiatore Angelo Gandin e studi degli specialisti.
In mezzo, la richiesta di autoriduzione dello stipendio, portata ormai un mese fa all’attenzione del presidente Paolo Di Nunno e del figlio Gino: il numero uno ha declinato seduta stante, nonostante la prospettiva di una data di rientro ancora non definita. Sin qui, i test di corsa sul campo non hanno dato esito fortificante, nè per Pèrez nè per il “prof” Ratti che, giornalmente, sta valutando l’evolversi della situazione.
«Tutti sanno che Pèrez è infortunato – ha spiegato Angelo Maiolo dopo Lecco-Borgaro Nobis -. Ha cambiato di recente la sua terapia e noi speriamo possa essere quella risolutiva. Lui stesso ci è venuto a chiedere di non pagarlo e questo mi ha stupito; se non tornerà in forma entro gennaio, lui stesso rescinderà il contratto che lo lega al Lecco. E’ un ragazzo di un’estrema serietà, che ci ha teso subito la mano; dal canto nostro, valuteremo il da farsi con il passare del tempo».
Soffermandosi sull’eventualità della rescissione del contratto, al momoento lontana dall’essere percorsa, è chiaro che si presenterebbe uno scenario molto rischioso per entrambe le parti: di fronte, è chiaro, ci sarebbe la possibilità di ritesseramento a situazione medica risolta positivamente, ma è verosimile che a Pèrez potrebbero pervenire delle proposte allettanti (in estate, per dire, la stessa Sanremese ha bussato alla sua porta). Con due mesi davanti per valutare attentamente ogni sfacettatura, mister Marco Gaburro e il coordinatore tecnico Mauro Brambilla hanno deciso di non operare sul mercato tra gli “over”, puntando a inserire solamente un “under” del ’98, già individuato, in quella zona del campo.