Focus sulla partita dell’allenatore che ha ricevuto la pesante eredità di Paternoster. Il Lecco ha perso all’ultimo con Urania, ma le idee sono chiare
Era l’esordio di fronte al pubblico del Bione. Paolo Gandini aveva rotto il ghiaccio a Bernareggio, con una vittoria, alla sua prima sulla panchina del Basket Lecco da successore di Antonio Paternoster. Ma mercoledì sera, oltre a un’avversaria di primissimo livello – probabilmente la più forte del girone B di Serie B, per quanto visto finora – il tecnico doveva confrontarsi con il pubblico bluceleste e con la prima impressione che avrebbe offerto a tifosi e addetti ai lavori.
Il Lecco perde all’ultimo possesso con Urania
Il responso del campo, ovviamente, è stato amaro: sconfitta nel finale, con scelte discutibili (e discusse) nella gestione degli ultimi possessi. A piacere, però, è stata l’assunzione di responsabilità mostrata da Gandini in sala stampa nel post-gara, quando ha analizzato con estrema lucidità l’andamento della partita.
«Il loro rientro nel terzo quarto ha cambiato in parte il match – sono state le sue parole – Le tre triple ravvicinate di Simoncelli hanno dato fiducia a Urania. Nei primi due quarti avevano tirato male da tre, i milanesi sono i migliori in questo ma noi non siamo riusciti a impedire loro tiri facili, piedi per terra. Lo abbiamo fatto solo in parte».
Cacace leader, i giovani scalpitano
Gandini può essere soddisfatto dell’atteggiamento positivo mostrato dalla squadra, che ha lottato dal primo all’ultimo minuto in un contesto tecnico di alto livello. Perdere all’ultimo possesso è certamente bruciante, ma purtroppo è una costante universale della pallacanestro. Il Lecco ha condotto per 23 minuti e realizzato 36 punti in area contro Urania (seppure i milanesi fossero privi di un elemento strutturato come Paleari): aspetti positivi su cui continuare a lavorare, così come lo sono la crescita costante dei giovani Molteni, Rattalino e Chinellato e la leadership tecnica ormai evidente del capitano Alberto Cacace. Il gruppo, dopo l’allontanamento di Paternoster, ha risposto bene dal punto di vista caratteriale.
La (non) scelta di Teghini
Nell’ultimo quarto il play titolare Michael Teghini, l’uomo che più spesso ha nelle mani l’ultimo tiro, è rimasto seduto. «Abbiamo pagato la condizione non ottimale, per un problema alla schiena, di Teghini – ha spiegato Gandini rispondendo alla domanda di un cronista lecchese – La scelta di non schierarlo nell’ultimo quarto è mia e me ne prendo le responsabilità. Era rimasto fermo in panchina per un po’, si era raffreddato e non volevamo rischiarlo. Poi in quel momento Marinello stava facendo bene».
«Di Prampero tornerà»
Altro argomento sul tavolo la condizione (mentale) deficitaria di Di Prampero, point guard potenzialmente letale che in questo momento della stagione appare palesemente sfiduciato. «Di Prampero è in difficoltà – ha dichiarato Gandini – Chiaramente a lui piace attaccare, se per qualche possesso non riesce a prendere tiri puliti si innervosisce. Urania ha difeso bene su lui e gli ha concesso esclusivamente palla per terra, senza poter prendere buoni tiri sulle uscite. Può sembrare che sia avulso ma è invece dentro il gioco, in settimana lavora bene. Sicuramente Molteni in questo momento sta facendo meglio, ma noi confidiamo che Di Prampero si riprenda per darci il suo contributo».
Lugo non deve fare paura
Sabato sera (h 20.30) il Lecco giocherà in anticipo a Lugo, contro la penultima in classifica. «Dobbiamo andare a Lugo convinti di potere fare bene, questa partita ci deve dare comunque fiducia» ha detto Gandini. Le trasferte, in fondo, non fanno più paura e si cerca il terzo successo consecutivo lontano dal Bione.