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Safarikas: «Il Lecco è la migliore squadra, non guardiamo gli altri»

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Se la difesa del Lecco è la meno battuta del campionato, parte del merito è anche sua, di Alexander Safarikas, portierone di stazza e portierino di età che ha dimostrato di poter essere protagonista

Il traguardo promozione si avvicina, Chieri è un’altra tappa di avvicinamento, ma Safarikas non perde il suo aplomb. «Penso che siamo un po’ più tranquilli, ma abbiamo bisogno ancora di 12 punti per vincere il campionato – commenta il portiere greco – così dobbiamo continuare a lavorare bene, come fatto sino a oggi, e concentrarci di più, mettendo in campo attenzione. Ci aspettano anche le finali Scudetto e vogliamo vincere anche quelle, come ci ha chiesto il presidente Di Nunno».

Concentrarsi, per una squadra che ha 15 punti sulla seconda, non è semplice. «I giorni peggiori sono quando non giochiamo bene. È l’unico problema per noi, le altre squadre non ci preoccupano. Ci possiamo distrarre solo quando non siamo concentrati al cento percento sul nostro gioco».

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La sosta è arrivata al momento giusto? «È stata molta importante in queste due settimane per ripulire la mente, prendersi un po’ di riposo per continuare sino alla fine». C’è stato l’intermezzo, combattuto oltre i limiti, dell’amichevole con il Seregno. «La battaglia con il Seregno è stata dura, forse sarebbe stato meglio scegliere un’altra avversaria con meno rivalità con il Lecco, perché avevamo giocatori come Pedrocchi con problemi a un piede e non avevamo bisogno di ulteriori rischi».

Quanto manca per festeggiare? «Non sappiamo se andremo a Sanremo già vittoriosi, non ha importanza se lo vinceremo prima o dopo, siamo la migliore squadra del girone quindi possiamo auspicarlo ma andremo in Liguria anche per vincere quella partita – prosegue Safarikas – Abbiamo una rosa profonda, competitiva, i giovani valgono quanto gli altri, quindi non c’è problema se qualcuno è infortunato, c’è ampia possibilità di sostituirlo. Ci sono 28 giocatori che possono giocare e tutti con ottimo profitto. Mister Gaburro mi ha dato fiducia, è stato il primo nella mia giovane carriera, e gliene sono grato».

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