Poco prima dei vent’anni, compiuti a febbraio, Ferat Jusufi ha percorso verticalmente l’Italia, abbandonando quello che è stato il suo mondo per la prima parte di vita e abbracciando il progetto della Calcio Lecco 1912. Dal caldo di Palmi (Reggio Calabria) al (moderato, a dirla tutta) freddo all’ombra del Resegone, primo approccio di un percorso che l’ha portato a guadagnare la prima promozione in carriera e, solo una settimana fa, un proficuo debutto in maglia bluceleste contro il Sestri Levante. Tolta qualche logica imperfezione, il portiere di Crotone, albanese d’origine, ha messo insieme tre parate di ottimo livello, respingendo praticamente ogni missiva pervenuta dai liguri.
«Sono contento per la partita e, soprattutto, della vittoria – spiega Jusufi a LCN.– Sono felice che il mister mi ha abbia dato fiducia, che spero di aver ben ripagato, ma, ovviamente, ci sono dei difetti personali che andranno limati. Cerco sempre di migliorare e lavorerò duro per fare dei passi avanti e superare quelli che sono i miei limiti».
Rispetto ai primi allenamenti, Jusufi è andato notevolmente in avanti: «Lavorando si migliora sempre; l’importante, quando si è in contesti di questo tipo, è lo stare sempre sul pezzo, perchè c’è tanto da apprendere dai compagni e dallo staff».
Rispetto al Sud Italia, com’è Lecco? «Le piazze sono molto calde, ci sono sempre tanti tifosi. Lecco non ha nulla da invidiare, la gente viene e riempie lo stadio. Sono stato preparato dalle mie precedenti esperienze, ma quando giochi a calcio non guardi a ciò che ti succede intorno».