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Derby del Lario di maggio: il Questore ferma nove tifosi della Calcio Lecco e due comaschi

Giuseppe De Angelis, dopo le indagini eseguite dagli investigatori, ha firmato i provvedimenti diretti ai supporter delle due fazioni

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Il Questore di Como Giuseppe De Angelis ha emesso in questi giorni dieci provvedimenti Daspo in conseguenza dei disordini verificatisi in occasione del Derby del Lario Como-Lecco giocato il 22 maggio scorso allo Stadio Sinigaglia di Como; un undicesimo provvedimento è in fase istruttoria. I tifosi destinatari dei provvedimenti, nove della fazione lecchese e due di quella comasca, vedono così sfumare, ad inizio campionato, la possibilità di seguire la loro squadra del cuore.

Tensione sin dal principio

La partita era stata sovraccaricata di tensione già nei giorni antecedenti a causa di una cervellotica gestione della vendita dei tagliandi, che aveva indotto i tifosi della Curva Nord di Lecco ad annunciare la loro presenza in ogni caso, «con o senza biglietto». La società bluceleste, dal canto suo, si era chiamata fuori dalle polemiche.

Il giorno della partita si era assistito a momenti di tensione sin dall’arrivo alla stazione di Como San Giovanni degli ultras lecchesi, ma i primi veri disordini, con lancio di petardi, si erano verificati durante il trasporto allo stadio in bus. Giunti poi nell’area di servizio esterna riservata, un folto gruppo di tifosi lecchesi si era incamminato in direzione dell’area riservata alla tifoseria comasca, delimitata dagli elementi separatori mobili. Giunti in prossimità della barriera, un tifoso del Lecco aveva tentato di oltrepassarla, venendo però fermato da alcuni operatori delle forze di polizia. I momenti di tensione hanno portato a un’azione di alleggerimento da parte della Polizia.

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Poco dopo, il numeroso gruppo di ultras del Lecco, acquisita la notizia che all’interno dello stadio parecchi tifosi del Como avevano provato a raggiungere la curva ospite attraverso l’inconcepibile apertura del settore Distinti, aveva dapprima tentato di forzare l’apertura di uno dei cancelli, poi aveva provato ad entrare dal previsto varco d’ingresso, cercando di forzarlo, quest’ultima azione ha portato a una seconda carica di alleggerimento da parte degli agenti in tenuta antisommossa. La situazione, già tesa in principio per la sopracitata gestione dei biglietti, si era infine normalizzata solo dopo l’ingresso nello stadio, ciascuno nel proprio settore, di tutti i tifosi.

Le indagini e i Daspo

Nei giorni seguenti la gara gli investigatori, avvalendosi anche della documentazione realizzata dagli operatori della Polizia Scientifica, erano riusciti a dare un nome a nove soggetti travisati appartenenti alla tifoseria del Lecco e a due tifosi comaschi, tutti rei a vario titolo, secondo gli inquirenti, degli atti di violenza avvenuti fuori e dentro lo stadio. A tutti loro si sta provvedendo in questi giorni a notificare i provvedimenti di Daspo.

Immediata conseguenza sarà non solo il divieto di accesso agli impianti sportivi per un periodo che varia da un minimo di un anno ad un massimo di due anni e sei mesi, ma anche l’obbligo di permanere, tre ore prima e tre ore dopo l’incontro di calcio, al di fuori della zona perimetrale dello stadio. Ulteriore conseguenza ugualmente interdittiva, legata alle modifiche apportate dal cosiddetto “Decreto Sicurezza-bis”, è rappresentata dall’impossibilità per i destinatari del Daspo di accedere allo stadio con qualsiasi tipologia di biglietto sino a quando non ottengano la riabilitazione, procedura attivabile a richiesta degli interessati non prima di tre anni dal termine del divieto di accesso.

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