Dura la vita del portiere. Sempre sulla breccia, ogni estremo difensore sa che, più che per i compagni di squadra, ogni centimetro fa una differenza abissale tra ciò che viene fatto bene e ciò che viene fatto male. Centimetri su cui deve aver lavorato a fondo Alexandros Safarikas, che con la gara di Como ha toccato quota dieci presenze tra i professionisti. Il ventenne estremo difensore greco al “Sinigaglia” è stato decisivo in senso positivo, immolandosi su Miracoli e Iovine e dando vita al contropiede che ha mandato a segno Marco Moleri.
Dopo aver incassato parecchie critiche per via delle prime e insufficienti prestazioni, a partire dalla gara di Busto Arsizio con la Pro Patria il classe 1999, mandato in campo a Novara dopo l’infortunio di Bacci, è tornato a mostrare una reattività eccezionale sulle conclusioni ravvicinate, la sua qualità migliore, abbinando dei passi in avanti sulle uscite alte e in occasione dei tiri arrivati da lontano. Sul fondamentale del posizionamento aveva mostrato le lacune maggiori, ma il lavoro settimanale con il preparatore Pavesi sta iniziando a dare i suoi frutti sul campo da gioco.
Del resto, se prendiamo la gara di Busto come spartiacque sono veramente poche le imperfezioni imputabili a Safarikas, che rimane un giovane di belle speranze impiegato nel ruolo dove sono soprattutto gli elementi esperti a trovare maggior spazio.