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Calcio Lecco, D’Agostino: «Giusto fermare il campionato, ma ora viviamo alla giornata. Tour de force? Anche il magazziniere deve tenersi pronto»

Il tecnico e il suo staff hanno dovuto inventarsi una sorta di terza preparazione stagionale per riuscire a sopperire alle sette partite in ventuno giorni che aspettano i blucelesti

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Febbraio in archivio, marzo pronto ad arrivare. E sarà un mese “dalle mille e una notte” per la Calcio Lecco 1912 e tutte le altre compagini impegnate nel girone “A” di Serie C, i cui calendari si sono improvvisamente affollati per l’emergenza Coronavirus. In casa bluceleste saranno sette in ventuno giorni le partite da disputare, con quattro match salvezza infilati uno dietro l’altro nella prima metà del tour de force. Questo allo stato attuale, perchè il pericolo di un nuovo rinvio è sempre dietro l’angolo anche per via di quanto sta succedendo alla Pianese. Tutti fattori che mister Gaetano D’Agostino e il suo staff dovranno essere bravi a gestire in assenza di adrenalina da match ufficiale.

«In questi giorni abbiamo fatto di necessità virtù – spiega il tecnico in conferenza stampa -, era giusto fermare il campionato per cercare di limitare la diffusione di questo virus che si propaga molto in fretta. Abbiamo cambiato in corsa la nostra metodologia di lavoro, lo stop ci ha portato a fare una mini preparazione. Bisogna essere bravi a fare degli allenamenti che portino a sopportare le sette partite in venti giorni, quando non avremo tempo di caricare». Carichi che saranno smaltiti nei prossimi due giorni e mezzo di riposo concessi al gruppo, che tornerà al lavoro allo stadio martedì mattina.

Se non altro, il tecnico potrà far conto su una rosa ampia: «Anche al magazziniere ho detto di tenersi pronto, in ogni partita potranno esserci dei cambiamenti perchè avremo bisogno di fare punti anche attraverso la freschezza dei giocatori».

Si ripartirà dal match con la Juventus U23. Forse. Difficile dirlo, a oggi: «Non lo so, viviamo dopo giorno. Certo che è dura, l’adrenalina della partita ti tiene concentrato e ti permette di programmare il lavoro. Dobbiamo essere pronti a cambiare tipo di lavoro nel caso di un ulteriore rinvio, diventa tutto sballato con questi cambiamenti repentini. Non ci aspettavamo nè auguravamo questo tipo di situazione, è difficile lavorare, ma dobbiamo accettarlo».

L’eventualità di giocare a porte chiuse fa tutto meno che cogliere il favore del tecnico: «Il problema è che porta una gran tristezza, a me è capitato una volta da calciatore e andavamo a due all’ora. Il supporto morale ed emotivo del pubblico è tutt’altra cosa, senza non si parla di sport. È dura così, per noi come tutte le altre squadre, lo accetteremmo ma non è calcio».

Si disquisisce, spesso, sul fatto che uno stop possa essere vantaggioso per talune compagini: «Si, vero, può essere vantaggioso in determinate situazioni, ma il fatto che sia forzato toglie questo crisma. Può risultare utile a chi stava vivendo un momento di difficoltà, ma noi arrivavamo da una settimana di veleno dopo la sconfitta con l’Alessandria ed eravamo molto carichi in vista della partita con la Pro Patria. Ora si rimescola tutto, noi dovremo giocare anche con una Pianese che oggi è in quarantena e ha cambiato allenatore. Dovremo vedere anche se e quanto giocheremo a marzo, vivendo giorno dopo giorno: parlare di partite diventa veramente difficile».

Tatticamente il focus è diretto all’immediato: «Stiamo allenando le seconde palle, perchè dovremo riprendere il nostro cammino ad Alessandria contro la Juventus U23 su un campo pessimo. Giocare lì diventa veramente impossibile, quindi ci stiamo focalizzando su questo aspetto».

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