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Calcio, l’Aic: «Campionati interrotti? Si rischia il dramma sportivo, vanno conclusi»

Calcagno, numero due dell’Associazione: «Chi punta a terminare adesso la stagione forse lo fa per risparmiare su qualche stipendio»

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«Bisogna tornare in campo, meglio chiudere tardi che passare i prossimi mesi in tribunale». Il parere, autorevole, è quello di Umberto Calcagno, vice presidente dell’Associazione Italiana Calciatori e aggiunge un altra puntata alla lunga discussione sulla ripresa dei campionati calcistici. Il quando, oggi come oggi ancor prima del “se”, rimane un pensiero fisso: «Non possiamo saperlo, ma abbiamo la responsabilità di lavorare ogni giorno per creare le condizioni per riprendere la stagione e portarla a termine regolarmente», ha aggiunto Calcagno al “Corriere dello Sport”.

Tanti calciatori «vogliono terminare la stagione. È una questione di responsabilità del sistema sportivo. Se non sarà possibile, sarà solo per colpa dell’emergenza. Ma noi ci auguriamo di uscire presto dalla crisi, quando si tornerà a parlare di calcio giocato sarà un segnale importante per il Paese». Mentre sulla questione del taglio degli stipendi c’è troppa demagogia sugli stipendi dei calciatori, da parte di tutti. Noi calciatori facciamo la nostra parte, ma tocca anche agli altri soggetti del sistema calcio che è arrivato a questa emergenza con i conti non in ordine. Questa crisi deve essere l’occasione per riequilibrare il sistema e riformarlo, è l’occasione per renderlo sostenibile. Chi punta a terminare adesso la stagione forse lo fa per risparmiare su qualche stipendio, ma sarebbe un dramma sportivo».

Tommasi: «Scadenze 30 giugno? Gestione collettiva da capire»

Parlando a “Radio Kiss Kiss Napoli”, il presidente Damiano Tommasi aveva precedentemente riferito che «per concludere i campionati in piena estate bisogna cambiare anche le norme in ambito contrattualistico. Poi, prima di riprendere c’è bisogno anche di impostare un discorso medico di grande prudenza. Stiamo monitorando la situazione anche con i protocolli di prevenzione. Con una seconda ricaduta produrremmo un danno ancora peggiore. Quindi la ripresa dovrà essere ponderata nella maniera giusta. Bisogna capire se si riprende e quando si torna».

E, nel caso, anche la parte normativa dovrà essere trattata con misure straordinarie: «I giocatori con contratti in scadenza al 30 giugno? È uno degli argomenti principali su tutti i tavoli di discussione – ha concluso -. Per gli accordi in scadenza sarebbe da capire come gestirli, ma sempre in maniera collettiva avendo delle linee guida generali, perché sono diversi da paese a paese».

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