Uno scenario grigio, se non nero, ma purtroppo molto realistico. È quello disegnato a mister Gaetano D’Agostino, ospite a Udinese TV, canale tematico ufficiale del club bianconero di cui l’ex regista è stato stella negli anni d’oro, per un’intervista sulla situazione del calcio in Italia. L’allenatore della Calcio Lecco, che spesso gli accade, è andato dritto al punto: «Ragiono da allenatore e dico che in questo momento non c’è un modo per ripartire. Ancora oggi abbiamo più di 400 morti al giorno e la maggior parte in Lombardia, che è la ragione con più squadre che militano tra i professionisti. La parte economica è importante perché il calcio è la terza azienda in Italia però bisogna sempre tutelare giocatori e staff».
«Sento sempre parlare di tagli degli stipendi e capisco che i calciatori debbano venire incontro alle società – ha aggiunto il tecnico siciliano, però la cosa più importante è la salute e il rientro in campo deve avvenire in completa sicurezza. Allo stato attuale, l’ottanta per cento delle società di Lega Pro non può permettersi un esborso economico per sostenere tutte le spese che i protocolli sanitari richiederebbero».
D’Agostino ha guardato anche al futuro e alle ripercussioni che l’attuale situazione lascerà anche sulla stagione sportiva in divenire: «Il problema è capire quante società sopravvivranno. I fallimenti e le mancate iscrizioni ci sono sempre state, però questa volta la situazione è diversa perché, senza giocare, non ci possono essere le valorizzazioni dei giovani su cui si reggono molti club e gli incassi al botteghino, già modesti per moltissime piazze, sono completamente azzerati se si gioca a porte chiuse. Credo che molti faranno fatica ad iscriversi nella prossima stagione».



















