Il 27 ottobre 2019 la Calcio Lecco 1912 iniziava la sua rimonta salvezza grazie al pareggio ottenuto (1-1) al “Sinigaglia” di Como. Il 12 ottobre 2020 la Calcio Lecco 1912 è entrata in una fase d’involuzione come effetto collaterale della vittoria ottenuta (0-3) al “Sinigaglia” di Como. Due eventi dalla forte emotività, ma dai risvolti agli antipodi tra loro: un anno fa, i blucelesti sbancarono con estremo merito (0-2) lo stadio “Dei Marmi” di Carrara, mentre di questi tempi abbiamo assistito a un pareggio da mordersi le mani (0-0) con la stessa squadra toscana, seguito da due passi falsi con Pontedera (1-0) e, soprattutto, Piacenza (2-4). Inevitabilmente la scure delle critiche, talvolta feroci, si è abbattuta su dirigenti e mister Gaetano D’Agostino, che nell’ultimo post partita del “Rigamonti-Ceppi” non hanno accampato scuse.
Ritrovare umiltà e risultati
Prima che all’involuzione tecnico-tattica, in casa-Lecco abbiamo assistito a un calo di tensione a livello mentale: tutto ha una causa e, stando alle parole del diesse Fracchiolla, questa va ricercata in un distaccamento dalla realtà patito soprattutto internamente. Ad accendere il sogno Serie B sono state anche le dichiarazioni del post-gara, mentre un’altra tematica di peso, quella legata agli infortuni di Iocolano e Cauz, è passata quasi sottotraccia visto il caos pre-Pontedera. Gli ultimi risultati, oltre ad alzare il livello della temperatura intorno al gruppo squadra, hanno acceso anche tutta una serie d’interrogativi: il passaggio alla difesa a quattro darebbe alternative di gioco diverse? Cambieranno le gerarchie tra i pali, con l’avvicendamento Bertinato-Pissardo? In mezzo al campo si può fare a meno di Marotta? Come uscire dalla sterilità offensiva in cui si è improvvisamente piombati, con quasi 270′ senza gol? Avevamo sopravvalutato la rosa? Mister D’Agostino è adatto a guidare il gruppo? Inevitabilmente certi passi falsi tolgono le certezze precedentemente acquisite.
Potremmo proseguire ben oltre, tanti sono i temi letti e sentiti in città da domenica in avanti. Potremmo anche discutere per ore senza trovare un punto d’accordo, esercizio peraltro inutile: non spetta a noi, ma all’anima tecnica e/o dirigenziale della Calcio Lecco, fare le sue valutazioni e trovare i correttivi in tal senso. La certezza è solamente una: per tornare a splendere servirà, in primis, rimettere in campo lo spirito battagliero, lo “spirito Lecco”, delle prime uscite; qualità della rosa alla mano, difficilmente i risultati tarderanno a essere nuovamente una realtà costante. Dal “Sinigaglia” al “Sinigaglia”, si deve ripartire da lì già con la Juventus U23, mentre estetica e bel gioco possono anche essere messi in secondo piano: «Mettiamoci il passamontagna e portiamo via qualcosa dal campo», abbiamo sentito dire in tempi più remoti da altri protagonisti; un inno alla praticità che oggi può tornare comodo.