Esce una sconfitta dal test del Lecco sul campo della corazzata Padova. I blucelesti non sfigurano, tutt’altro, ma pagano care e salate due disattenzioni notevoli commesse all’inizio dei due tempi: prima è Bifulco a bersi Celjak e Marzorati, poi nella ripresa è capitan Ronaldo a prendere esempio dai discesisti e a confezionare in autonomia i gol di giornata con uno slalom al limite; i blucelesti non sbracano e, anzi, nel finale trovano la via del gol con il solito Simone Andrea Ganz, che dal dischetto batte Donnarumma e pareggia il record di Carlos Clay França (5 partite di fila in gol). Alla fine le Aquile possono recriminare con loro stesse per aver approcciato con poco mordente le due frazioni, fattore forse figlio anche dell’elevato numero di under messi in campo: ben sei (più Petrovic) quelli mandati in campo tutti insieme da mister Luciano De Paola, che sicuramente hanno impiegato più tempo per entrare in partita rispetto ai padroni di casa. Positiva la prestazione di Aljosa Vasic, talentino che proprio il Padova ha mandato all’ombra del Resegone a maturare e che ha fatto bella mostra di sè all’“Euganeo”.
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Mister, pagate per due giocate individuali:
«Si, il primo l’abbiamo preso su una palla partita da un’area e arrivata all’altra. Il secondo mi fa arrabbare di più, eravamo in quattro contro Ronaldo e non siamo riusciti nemmeno a buttarlo giù. Peccato, abbiamo giocato una buona gara contro una squadra che senza il Südtirol sarebbe già in Serie B, qualitativamente è fortissima e ha forza. Noi non abbiamo mai mollato, il nostro campionato non era da giocare oggi, ma con Mantova e le altre per la lotta salvezza».
Cosa ti tieni di questa prestazione? Con qualche vecchietto in più si è vista la differenza:
«Sia Lora che Ganz, come Buso e Capoferri, sono entrati molto bene. Ho scelto Enrici per contrastare Chiricò, che ha un passo diverso, ma alla fine Mattia dà più qualità da centrocampo in avanti; con Buso abbiamo una grande forza. Non dimentichiamoci la mancanza di Giudici, di cui la squadra non può fare a meno, anche se Vasic ha fatto una gran partita. La squadra sta lottando, non molla mai l’osso e sono felice».
Ti aspettavi di più o di meno?
«Sapevamo di trovare una squadra che non ha un giovane ed è costruita per vincere. Siamo venuti qui con 6 under e abbiamo finito con 7, sono contento perché non abbiamo mai mollato l’osso e loro hanno fatto un po’ di cinema nel recupero, perdendo tempo. Guardiamo tutti alla partita con il Mantova, importantissima».
Come mai fuori Buso e Ganz?
«Parlo molto con i miei giocatori, soprattutto Simone mi ha detto che era un po’ pesante, preferiva giocare partite con Mantova e Giana da vincere a tutti i costi. Lo stesso Buso ha finito affaticato con il Fiorenzuola, nel secondo tempo l’ho voluto inserire con i ritmi più bassi. Oggi era proibitiva, se avessimo portato a casa il 2-2 non avremmo gridato allo scandalo».
Sull’esordio di Italeng:
«Fa parte del gruppo, gli abbiamo dato l’opportunità di esordire. Ha una forza incredibile, deve imparare a gestirla perché nei minuti finali ha spezzato il ritmo 4-5 volte e non va bene. Noi siamo una fabbrica di giovani».
Sul siparietto che ha portato all’espulsione di Di Nunno:
«Il presidente è uno di pancia, gli ha detto all’arbitro che non stava fischiando in maniera giusta. Un po’ di ragione l’aveva a dirla tutta… È così, lo sappiamo e ci dispiace: averlo in panchina ci fa piacere, speriamo che non venga squalificato».
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Aljosa, per te un ritorno a casa e il debutto dall’inizio con la nuova maglia:
«Sono contento, questa è sempre casa. Oggi avremmo voluto portare a casa dei punti, abbiamo fatto un’ottima partita. Ne abbiamo altre da giocare, dobbiamo essere pronti a scendere in campo ogni tre giorni. Io qui sono cresciuto, è sempre emozionante; gli auguro di andare avanti, come a noi auguro di fare il nostro percorso per raggiungere gli obiettivi».
Tanti giovani in campo: ha inciso sull’approccio?
«In quei 15′ gli spazi erano più chiusi e facevamo fatica a giocare la palla, poi ci siamo sbloccati e abbiamo iniziato a giocare, facendo una buona prestazione. Abbiamo tirato fuori la personalità, ci hanno fregato quelle partenze».
L’emozione di affrontare gli ex compagni:
«Cerchi sempre di dimostrare e fare notare, loro sanno che sono di loro proprietà. Ora gioco per il Lecco e guardo alla mia squadra, dò tutto quello che ho».