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Lecco, cinque sberle che fanno male. Il silenzio non è sempre d’oro

Che lo si ammetta pubblicamente o meno, con il Brescia è arrivata una “scoppola”: le lacune della rosa sono lì da vedere. La piazza avrebbe meritato qualcuno che ci mettesse la faccia

Alessio Tacchinardi BONACINA/LCN SPORT
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L’ultimo giro da queste parti aveva fatto ben sperare. Anno domini 2020, punizione decisiva di Ermes Purro e vittoria a sorpresa dei blucelesti sul campo di un Brescia fresco di retrocessione dalla Serie A, con tanti big di quella rosa ancora in pancia. Mercoledì, invece, il gol all’attivo è arrivato, firmato da un Luca Scapuzzi in palla, ma soprattutto fanno male quei cinque al passivo. Fanno male perché hanno messo in mostra le ben note lacune di una rosa ancora assolutamente incompleta, che nella zona centrale del centrocampo ha mandato in campo solamente under, Ronzoni escluso, e alla lunga ha inevitabilmente dovuto cedere il passo a una compagine più strutturata e scafata. Ai vari Girelli, Lakti, Sangalli e Zuccon dev’essere dato tempo e occasione di crescere e sbagliare, non hanno ancora la maturità per essere in grado di cantare e portare la croce: Ilari è l’unico e vero big del reparto, ma la sua assenza ha fatto capire una volta di più che lì serve Arrigoni o chi per lui. Come servono pezzi di spessore anche nel reparto difensivo, e Christian Maldini pare essere ben più di una semplice idea, complice anche l’uscita non ufficializzata dell’assente Vavassori, e là davanti, dove Pinzauti ha fatto vedere buona mobilità, Scapuzzi lavora bene tra le linee e Buso è la solita zanzara dalle ottime qualità, ma l’assenza di uno stoccatore infallibile di “Ganziana memoria” oggi appare palese.

E poi: tante volte abbiamo detto che il silenzio è d’oro. Ma, tra le tante volte in cui sarebbe stato necessario farlo, il consiglio del proverbio non era sicuramente da mettere in pratica dopo una “scoppola” del genere. Cinque gol subiti sono una figuraccia, anche contro una squadra di categoria superiore e più avanti nella preparazione, ma dai problemi finanziari freschissimi: metterci la faccia sarebbe stato un atto di rispetto nei confronti di una piazza che, checché se ne dica, ha già espresso un po’ dei propri fastidi durante gli ultimi tre mesi, i più freschi non più tardi di 24 ore fa.

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