Il Lecco fa l’impresa a Novara e coglie una vittoria meritata sul campo dell’ex capolista. Prima Buso e poi Girelli battono Pissardo nel corso del primo tempo, poi nella ripresa c’è il preventivato ritorno degli azzurri, che accorciano la gara con la giocata individuale di capitan Gonzalez e costruiscono un paio di palle gol monumentali, non sfruttate da Peli (gran parata di Melgrati) e Buric al 95′, incapace di pizzicare la sfera da zero metri in scivolata. I blucelesti colgono la quinta vittoria della loro storia da queste parti, rompendo un digiuno in trasferta che durava da marzo, giorno di Renate 2-3 Lecco: in Brianza sedeva in panchina mister Roberto Cevoli, nuovamente battuto a domicilio dalle Aquile. Che, ora come allora, lasciano lo stadio avverso con un sorriso a trentadue denti.
Novara-Lecco: l’intervista di mister Luciano Foschi
Mister, primo tempo perfetto e ripresa di logica sofferenza:
«Sapevamo come affrontare questa partita, era preparata in questo modo perchè sapevamo di potergli fare male in ripartenza. Serviva attenzione nelle loro giocate e nel giro palla, sono una squadra importante e nel primo tempo noi siamo stati molto bravi a ripartire e cercare il gol. Sapevamo anche che ci avrebbero messo in difficoltà nel secondo tempo: abbiamo stretto i denti, mi sembra ovvio che, viste anche le nostre assenze, devo fare i complimenti alla disponibilità che hanno i ragazzi in allenamento e durante le partite. Spendo una parola per Eusepi: questa vittoria va a lui, credo che meriti un segno di riconoscenza al pari del presidente che ci teneva particolarmente; quello che ha fatto per Eusepi credo vada rimarcato».
Magari non ci si aspettava un gol preso così:
«Abbiamo fatto un errore clamoroso in una situazione che conoscevamo, è un gol banale al di là della qualità di Gonzalez. In quel momento stavamo pensando a come fare i cambi, siamo arrivati tardi e in questo mi sento colpevole. Siamo stati bravi e fortunati. Longo non è pronto? Chi l’ha detto? Ha fatto una gran partita quando è entrato, poi chiaramente con più freddezza avrebbe potuto segnare».
Galli ne è uscito da gigante:
«Questo era un banco di prova, oggi ci siamo confrontati per capire cosa siamo. La mia sensazione è che questa squadra non abbia piena consapevolezza dei suoi valori e non parlo di tecnica: parlo di determinazione e voglia di dimostrare. Quando parlo di crescita, mi riferisco a questo: avevamo quattro giovani in campo, poi ne abbiamo inseriti anche altri».
Su Girelli contro Masini:
«Queste partite fanno aprire gli occhi agli osservatori, magari qualche campanello sta suonando e ne traiamo vantaggio noi nel caso. All’ottava partita non abbiamo concluso nulla, peccato godersela solo per due giorni».
Lecco superiore in compattezza:
«Ho visto bene le partite con Vicenza e del Sangiuliano evidentemente, sono stato fortunato (ride, ndr). Sono andato via da qui preoccupato allora, ma oggi siamo stati sia bravi che fortunati: il risultato è importante per noi».
Vanno tenuti i piedi per terra:
«Non so cosa significhi onestamente, la partita più difficile è sempre quella che viene. Serve molto altro per fare un campionato per salvarsi, dignitoso, e arrivare dove dobbiamo arrivare. La bellezza del calcio è proprio questa: c’è sempre un banco di prova per dimostrare qualcosa».
Novara-Lecco: l’intervista di Nicolò Buso
Nicolò, un gran gol e un gran gesto:
«Finalmente è arrivato, la dedica va a Umberto che ci ha seguito anche oggi. Nel primo tempo abbiamo avuto tante occasioni, nella ripresa abbiamo sofferto da squadra contro una squadra che è costruita per vincere il campionato».
Benalouane ti cerca ancora:
«Ho visto che arrivava forte, ho sterzato ed è andata bene»
Non un momento facile:
«È stato un periodo un po’ così, spero di raccogliere i frutti da ora in avanti».
L’incrocio con Masini:
«Ha detto che mi ero buttato, ma ha rosicato dai… Mi ha preso in pieno».
Rischio esaltazione?
«Da domani abbiamo già la testa alla Juve, sappiamo di poter fare una grande partita».
Novara-Lecco: l’intervista di mister Roberto Cevoli
Mister, cosa non è andato nel primo tempo?
«Molte cose. Il fatto di regalare sempre dei gol diventa un problema e ne stiamo subendo troppi: in questo senso bisogna cambiare registro. Siamo stati poco incisivi e molto lenti, sempre molto scolastici e poco produttivi, infatti abbiamo fatto molta fatica. La partita ha preso un andazzo particolare, nel secondo tempo abbiamo avuto anche la palla per pareggiare ed è evidente che siano mancate molte cose».
Sul momento che sta attraversando la squadra:
«Abbiamo perso le ultime tre partite, evidentemente c’è qualcosa che non facciamo più come prima e questo è abbastanza evidente. C’è da lavorare e lavoreremo di più, è chiaro che le risposte di tutti debbano essere diverse. Bisogna fare le cose con un senso e nel primo tempo oggi ne abbiamo fatte alcune senza molto senso. Oggi è un dato di fatto».
La squadra è entrata in campo seduta oggi:
«Faccio fatica a trovare giustificazioni, state dicendo cose vere. L’approccio dipende sempre da varie cose, regalare quello che abbiamo regalato oggi mette in grande difficoltà le partite. Quando comprometti le gare è sempre difficile rimetterle a posto, poi possiamo parlare di un sacco di cose: approccio e prestazione sottotono di molti giocatori, poi vengono fuori queste partite qui. A Zanica l’approccio non era stato sbagliato, abbiamo avuto le nostre occasioni: lì il primo tempo l’abbiamo fatto bene, quindi non possiamo parlare di approccio sbagliato».
Su Ranieri fuori:
«Non è stato bene in settimana, non l’abbiamo rischiato perché è sotto antibiotico. Il Lecco è stato più reattivo? Vero, ha preso quasi tutte le seconde palle».
La squadra dà l’idea di essere arrendevole:
«Se andiamo a prendere le prestazioni singole… Prendiamo la squadra, altrimenti parliamo delle ore di fila: nel primo tempo qualcuno ha fatto bene? Oggi siamo mancati sotto determinati aspetti, anche io voglio capire i motivi di questa metamorfosi. Non ho la bacchetta magica, il mio compito è cercare soluzioni e tante volte succedono cose non comprensibili. C’è da lavorare e far capire determinate cose, dopo le prime sei partite facevamo cose che oggi non facciamo più. Perchè? Non lo so».