Il calcio è bello soprattutto perché non è che la carta conti molto, ma proprio perché la carta non conta niente. Il Lecco non dovrebbe stare al primo posto della classifica, il Trento non dovrebbe stare al diciassettesimo slot della graduatoria. Imbucata l’una e pure l’altra, rose in mano. Eppure le cose stanno esattamente così: Aquile blucelesti che volano, letteralmente, Aquile gialloblù che stanno lì appollaiate ad aspettare che passi la burrasca. La cosa in comune, al momento, è sostanzialmente una: entrambe hanno già cambiato allenatore, dato che all’ombra del Resegone mister Alessio Tacchinardi ha lasciato posto a Luciano Foschi e dalle parti del “Briamasco” la panchina inizialmente assegnata all’oggionese Lorenzo D’Anna è poi passata a mister Bruno Tedino; nel giro di tre partite il 58enne friulano ha toccato tutti i segni possibili in schedina, collezionando 4 punti pur dovendo fare i conti con una rosa falcidiata dagli infortuni, localizzati soprattutto all’interno del reparto difensivo.
Bene o male torniamo a vivere la situazione di qualche mese fa: Lecco lanciatissimo, Trento nel pieno delle difficoltà di gestione di un gruppo poi affondato fino all’imprevista disputa dei play out con la Giana Erminio. Finì 2-1 per la squadra di mister Luciano De Paola, che segnò due volte nel primo quarto d’ora, salvo chiudere in nove uomini – espulsi Vasic e Sparandeo – e con l’acqua alla gola per la scontata pressione esercitata dagli ospiti. Ora come allora, i blucelesti hanno dimostrato di saper oltremodo soffrire, tamponando le eventuali lacune a livello tecnico. E, classifica messa da parte, anche contro i trentini potrebbe essere necessario ritirare fuori il manuale della perfetta fase difensiva. Perchè, alla fine, la carta nel calcio non conta davvero niente ed è il campo ad assegnare i reali valori.