24 ore dopo, il nostro pensiero non è mutato. Da un certo punto di vista, per il Lecco dei giorni nostri è più semplice affrontare una corazzata come il Pordenone. Non che il Trento fosse una compagine scarsa sulla carta, ma tutta una serie di circostanze hanno portato le Aquile a snaturarsi, perdendo di colpo tutte le certezze e i punti forti messi in fila durante uno splendido mese di ottobre. Contro i Ramarri, al contrario, dovrebbe tornare a vedere una squadra corta e quindi più portata a fare proprie le seconde palle, ovvero quelle che decidono la gran parte degli equilibri in terza serie. Quelle che hanno già premiato Padova prima e FeralpiSalò poi al “Guido Teghil” di Lignano Sabbiadoro, località dove i neroverdi sono costretti a giocare ormai da qualche anno vista la non adeguatezza del “Bottecchia” e il mancato completamento dei lavori al “Tognon” di Fontanafredda. Tra l’altro il fatto crea un problema non indifferente: in piena estate i Bandoleros, gruppo ultras di riferimento, hanno annunciato di non essere disposti a coprire gli svariati chilometri che separano la città friulana dalla nota località di mare per assistere alle gare interne.
Forse anche questo incide su un rendimento interno non all’altezza delle aspettative: cinque partite, due vittorie con Trento e Arzignano (2-0), le sopracitate sconfitte di misura (0-1) e un pareggio con la Juventus Next Gen subìto in pieno recupero alla seconda giornata. Ora arriverà un Lecco tornato con i piedi ben piantati per terra dopo il freschissimo passo falso e le Aquile potranno tornare a utilizzare tutte le armi che hanno reso molto prolifico l’ultimo periodo, compreso il minor carico di pressione che derivava dall’essere in testa alla classifica. Un carico che, come si temeva, ha dato il là alla brutta prestazione sciorinata con il Trento: chissà che non ne esca un’altra sorpresona come a Novara…