
Delle due, una. Umberto Eusepi è stato prima assolto e poi squalificato fino a luglio 2023 per il Clostebol Metabolita rintracciato tra i campioni prelevati a marzo 2022, quando militava tra le file della Juve Stabia. José Luis Palomino è stato assolto dal Tribunale nazionale antidoping di Nado Italia dopo essere risultato positivo al Clostebol Metabolita a seguito di un controllo effettuato a sorpresa nel centro sportivo di Zingonia. Dove sta la verità? Evidentemente non nei giudici che hanno pronunciato la sentenza d’appello, non impugnabile, nei confronti del 33enne centravanti bluceleste, inavvertitamente entrato in contatto con la sostanza assunta dalla moglie. Anche perchè, obiettivamente, sfidiamo chiunque a dimostrare che le quantità riscontrate nei due casi possano avere tutto questo effetto dopante e migliorative rispetto alle prestazioni di due atleti che sono stati ai massimi livelli dei rispettivi campionati di appartenenza per anni.
Non può esserci una via di mezzo, tra Eusepi e Palomino. O si sbaglia completamente da una parte, o si sbaglia completamente dall’altra. Due sentenze vanno in una direzione, una, per giunta definitiva, nel senso completamente opposto: forse il clamore mediatico ha avuto il proprio peso per quanto riguarda il caso del difensore argentino, naturalizzato italiano, che è anche stato convocato per la trasferta di Lecce di mercoledì sera. Una piena riacquisizione della dignità professionale, elemento che non ha categoria. Ma da un lato è stata preservata fino in fondo, dall’altra è stata messa in stand by: si può forse chiamare giustizia, questa?
