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Post partita | Foschi: «Vittoria meritata». Ilari: «Lavoriamo di squadra». Mirabelli: «Una call per decidere su Caneo»

Nuova affermazione interna per i blucelesti, che battono (2-1) anche il Padova e si confermano nella zona altissima della classifica. Tempi cupi per gli ospiti: Caneo a forte rischio

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Tempo di lettura 6 minuti

Il Lecco conferma l’ottimo stato di salute e mette a terra anche il Padova. I biancoscudati vengono battuti (2-1) con estremo merito da parte dei blucelesti, subito in vantaggio con una bella girata di Carlo Ilari. La squadra di Foschi non chiude la partita, i veneti trovano il punto del pari con la sfortunata combinazione LiguoriZambataro che buca Melgrati. Nulla cambia in campo, anzi: il Lecco continua a spingere e a metà ripresa lo splendido tracciante di capitan Giudici batte nuovamente Donnarumma, segue una fase di chiusura sulla trequarti campo fino al triplice fischio finale, che manda giustamente in giubilo gli oltre mille tifosi blucelesti arrivati al “Rigamonti-Ceppi”. Trentatré punti: un bel modo per chiudere il girone d’andata tra le mura amiche.

Post Lecco-Padova: le parole di mister Luciano Foschi

Mister, una delle migliori partite. Forse la migliore:
«Tutto vero, abbiamo fatto una buona partita, quella da fare. Quando i ragazzi fanno ciò che devono fare, può succedere un incidente di percorso come quello dell’autogol, ma sono stati bravi ad arroccarsi e soffrire nel momento di maggior difficoltà. Nell’economia dei novanta minuti il Lecco ha meritato la vittoria contro una squadra forte, che ora ha delle difficoltà ma ha anche delle qualità evidenti. La vittoria è meritata».

Peccato non aver fatto il 2-0:
«Siamo abituati a soffrire e lo sappiamo, non ci sono mai partite vinte sul velluto. Sono tutte equilibrate e spesso condizionate dagli episodi, oggi abbiamo creato tanto e probabilmente realizzato poco. Sono contento di prestazione e risultato».

Avete bisogno di una tenuta fisica perfetta per rendere:
«Sulla sconfitta di Busto abbiamo detto di aver trovato una squadra con più corsa rispetto a noi, anche se fino al gol abbiamo concesso poco. Fisicamente stavamo bene, vale per chi ha iniziato e per chi è entrato, nei momenti di difficoltà lo spirito di gruppo è uscito alla grande: mi sento di fare grandi complimenti ai ragazzi».

Potete sognare più della salvezza?
«Diciamo che è molto vicina a questo punto del campionato, gli obiettivi vanno raggiunti e non dichiarati. Siamo lì e ce la godiamo, prima arriviamo a 45 punti e poi vediamo. Non credo sia importante guardare la classifica, se non per la consapevolezza che da al percorso: la Pro Sesto sembrava una squadra da zona salvezza, oggi è prima in classifica. Complimenti a noi e loro, chi è lì magari inciampa ma poi riparte: non so quale sia l’obiettivo e non voglio neanche saperlo, voglio vincere tutte le partite. A 5-6 partite dalla fine guarderò la classifica».

Sullo spirito di adattamento:
«Un allenatore che può contare su tanti elementi, come Lepore braccetto di destra, vuol dire che lo spirito della squadra è molto importante. All’allenatore dà tranquillità questa cosa: in Serie C è qualcosa che non può mancare, non so in quanti possano permettersi due giocatori naturali per ruolo e l’arte dell’arrangiarsi vale molto».

Sull’arbitro:
«Io gli faccio sempre i complimenti, ha fatto la sua gara pur tra qualche errore. Nel bene e nel male, non me ne sono mai preoccupato: hanno anche loro un allenatore che ci pensa, non me ne lamenterò mai perché è una categoria bistrattata. Lasciamogli fare il loro lavoro, anche la mia squadra a volte gioca bene e altre volte gioca male».

Hai preparato qualche richiesta? E Tordini?
«Mattia lo stiamo recuperando dall’infortunio, sarà pronto a gennaio: la condizione non è ancora presentabile per la Prima Squadra, non ha la gamba per starci. Sarà dentro a tutti gli effetti per la partita dell’8 gennaio. Nella calza troverò il carbone».

Sul livello della Serie C:
«Catanzaro a parte che ha preso il largo, gli altri due gironi sono veramente competitivi e le squadre stanno dando belle emozioni».

Post Lecco-Padova: le parole di Carlo Ilari

Carlo, pensavi al gol prima della conclusione?
«In realtà stavo pensando a come rimanere coordinato, poi è andata bene. Il possibile 2-0? Sono arrivato in corsa, ho cercato di non colpire il portiere e di angolarla, il difensore è stato bravo a non farsi prendere in contropiede».

È un gioco che ti valorizza?
«Penso di si, abbiamo due esterni bravi e forti. Attaccare in tanti aiuta a essere più incisivo, le punte stanno facendo un lavoro fondamentale per tutta la squadra nella doppia fase, a prescindere da gol e non gol».

Sul lavoro fatto in copertura:
«Quando c’è da difendere, bisogna farlo tutti insieme e bene: lavoriamo di squadra e non bisogna sottrarsi, lo facciamo molto bene e dobbiamo proseguire. Lo faccio con piacere, non si può solamente attaccare e il centrocampista moderno deve saper fare entrambe le fasi».

A chi ti ispiri?
«Milinkovic-Savic, ma anche Pogba e altri. Faccio le dovute proporzioni, chiaramente, ma sono elementi con una certa statura che cercano d’inserirsi da dietro».

A chi va la dedica?
«A mio figlio Leonardo e alla mia ragazza Elisa. Anche ai miei amici, che mi hanno sostenuto nei momenti difficili».

Post Lecco-Padova: le parole del diesse Massimiliano Mirabelli

Direttore, come mai sei in sala stampa?
«Mi sembrava opportuno e ovvio mettere la faccia per primo. La situazione va avanti da un po’. Caneo rischia? Più tardi avrò una call con la proprietà e gli farò presente la situazione: decideremo come proseguire».

Hai costruito al risparmio, ma bisogna mettere mano alla rosa:
«Certamente non staremo con le mani in mano, il momento non è facile. Per correttezza dobbiamo parlarne prima tra di noi, soprattutto con Joseph».

Sulla contestazione:
«C’è dispiacere per il momento, ma ci sta tutto. Essendo a capo dell’area tecnica, i miei errori sono sicuramente maggiori rispetto a quelli degli altri, così come lo sono le responsabilità».

Avete fatto un’analisi?
«Tante cose non sono andate, se siamo arrivati fino a qui: dopo una parte iniziale di questo livello, oggi sembra essere distanti anni da allora. Forse non eravamo dei fenomeni all’inizio, ma non penso che siamo dei brocchi oggi: ci sono cose che non vanno e può capitare, dobbiamo riaccendere la luce e navigare nel mare in tempesta per uscirne con intelligenza. Ci sono tutte le condizioni per ritrovare la serenità e proseguire con il progetto».

Quando darete una comunicazione?
«Devo avere il tempo materiale per poter fare questa call, per poi prendere delle decisioni».

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