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Picco Lecco, si chiude l’era Lancini: «Siamo cresciute insieme. Era il momento di cambiare»

La schiacciatrice e la società biancorosse si sono separate dopo dieci anni ricchi di soddisfazioni, chiusi dalla prima e storica salvezza in Serie A2

Arianna Lancini BONACINA/LCN SPORT
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Tempo di lettura 5 minuti

27 anni, dieci con la stessa maglia addosso. Arianna Lancini e la Pallavolo Lecco Alberto Picco si sono separate dopo la prima e storica salvezza in Serie A2. Fine di un percorso importante e ricco di soddisfazioni per entrambe le parti in causa, che si chiude con una stretta di mano e gli auguri per un futuro splendente. La schiacciatrice proseguirà a non troppa distanza da casa, in quella Pallavolo CBL di Costa Volpino che dopo anni è riuscita a fare il passo verso la seconda categoria nazionale, chiudendo così quello che è stato un corteggiamento durato per qualche stagione. Ci si ritroverà sul campo, quindi, tra qualche mese e non sarà una partita per Arianna, ma pure per quella Picco Lecco che l’ha letteralmente vista crescere. Anzi, che è cresciuta insieme a lei.

Lancini saluta la Picco Lecco: «Siamo cresciute insieme»

Arianna, Siamo arrivati alla fine del nostro conteggio annuale che come ben sai, ci teneva compagnia. Ci faceva spesso sorridere. L’anno prossimo non vestirai più il biancorosso.
«Ho fatto un calcolo: ho iniziato a 17 anni in Prima Divisione Under 18 e ora ne ho 27. Quindi nella Picco Lecco ho passato dieci anni tra giovanili, Prima Divisione, Serie B2, B1 e poi A2. Quindi per tanto tempo, come ho scritto poi nel comunicato, mi sono sentita parte del progetto che c’è stato in questi anni. La Picco è sempre stata la mia prima scelta, sia perché, essendo casa mia, l’ho sempre vissuta come un ambiente familiare e poi perché mi sono sentita parte di questa crescita. Siamo cresciuti insieme. Ho un po’ la presunzione di dire questa cosa, perché affettivamente c’è stata un’evoluzione che è andata di pari passo e quindi, dopo così tanto tempo e un po’ di tempo in cui ci pensavo, mi sembrava giusto da entrambe le parti cercare di avere nuovi stimoli e fare un’esperienza diversa. L’ultimo anno è stato anche molto importante per me, perché ho chiesto l’aspettativa al lavoro, ho fatto solo pallavolo, quindi è stato un anno più intenso e mi sembrava giusto cercare qualcosa di diverso dopo tutto questo tempo».

Siete arrivati insieme all’apice della storia biancorossa, alla prima storica salvezza in Serie A2. Sei cresciuta nella tua comfort zone?
«Non la definirei così perché mi sono confrontata anche con persone che sono cambiate ogni anno. C’è stato proprio un turnover ed è cambiato anche l’allenatore. Ogni anno era diverso, anche se il fatto di avere uno zoccolo duro e, comunque, stare vicino a casa sicuramente mi faceva stare più tranquilla. Ora è giusto avere la voglia che ho in questo momento, anche di mettermi alla prova, di dire “proviamo a vedere in un posto nuovo in cui riparto da zero, in cui sono una persona che non conoscono fondamentalmente e vediamo cosa posso dare di più”. Magari il mio limite è arrivato. In questo senso cerco anche di capire cosa posso dare io a una squadra in una società diversa».

Il futuro si chiamerà Costa Volpino, con la Pallavolo CBL. Cosa ti aspetti?
«Ho visto sin da subito una società molto seria, sono neopromosse. Le ho già incontrate in Serie B1 diverse volte, sicuramente sono una società ben strutturata, fin da subito mi hanno cercata insistentemente e questa cosa mi ha fatto molto piacere. Mi hanno voluta a tutti i costi di anno in anno, cercandomi e quindi ho deciso di accettare la loro proposta. Non vedo l’ora d’iniziare questa nuova avventura, poi tra l’altro dovrò trasferirmi, chiaramente, perché sarò a un’ora e 40 minuti da casa».

In questi anni hai avuto modo di condividere con tante compagne lo spogliatoio. Adesso si è andato a smantellare l’ultimo gruppo di senatrici che vivrà solo con Rebecca Rimoldi:
«È difficile perché ho paura di dimenticarmi qualcuno, quindi non farò nomi. Per quanto riguarda gli ultimi anni, devo che gli ultimi due penso siano stati a mio parere i più belli di tutti. Sicuramente per la promozione e per la Serie A, però anche per il gruppo che ho vissuto devo dire che ho trovato veramente le persone a cui affiderei non dico la vita, perché ma le chiavi di casa. In generale, negli anni, ho trovato veramente persone speciali, ma già partendo dalla Serie B2 quando abbiamo ottenuto la promozione in B1, e anche gli anni dei play off in terza serie, ci sono state tante persone veramente ottime. Poi, chiaramente, non si può diventare amica di tutti e non si può legare con tutti, però devo dire che sono stata molto fortunata e se sono la persona che in questo momento lo devo sicuramente anche ad alcune giocatrici che sono passate da Lecco. Con Marchi (Martina Martinelli, ndr) siamo rimaste in contatto e siamo amiche, sono contenta che continui la sua esperienza in Serie A2 perché se lo merita. Mainetti, invece, l’ho sentita perché mi ha detto che sarebbe tornata e mi ha chiesto un consiglio: ne abbiamo parlato e sono contenta anche per lei rispetto a questa esperienza. Anche lei è una persona veramente speciale, ottima e utile in palestra. Pagherei veramente oro per averla, quindi sono contenta che sia in prima squadra con Rebecca, che è mia amica. Andranno molto bene».

Un ultimo saluto all’ambiente Picco Lecco?
«Credo di avere scritto un po’ tutto nel post. Però quell'”Arrivederci, ti voglio bene” secondo me racchiude un po’ tutto, perché è un pezzo della mia vita e un po’ del mio cuore rimarrà sempre al Bione. Non voglio essere troppo melodrammatica, ma sono il tipo di persona che in queste cose ci mette un po’ di miele. Quindi non è sicuramente un arrivederci perché sono sempre di qui. Ho voluto bene a questa società, alle persone che sono anche di qui, all’esperienza e alla crescita che c’è stata dentro».

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