Lunedì 24 luglio andrà in scena una nuova e importante riunione del Consiglio federale. Sul tavolo ci sarà principalmente la necessità di stilare le graduatorie per le integrazioni degli organici di Serie B e Serie C, come da ordine del giorno comunicato giorni fa. I gironi dei due campionati professionistici sono destinati a rimanere quelli attuali, perché la Federazione ha tutta l’intenzione di aspettare prima di portare a termine le varie manovre che il Collegio di Garanzia dello Sport ha consigliato di fare senza attendere i verdetti della giustizia ordinaria. Si conoscerà la domanda delle domande di riammissione e ripescaggio arrivate a Roma, se non altro, mentre dovrebbe lasciare la carica Giuseppe Pasini, presidente della FeralpiSalò promossa in cadetteria. Sull’altro fronte, invece, Gravina&Co hanno tutta l’intenzione d’impugnare quanto deciso dallo organo che trova ospitalità al Coni: il prossimo 2 agosto si riunirà la Camera del Consiglio del Tribunale Amministrativo regionale del Lazio che discuterà i ricorsi depositati.
Parliamo al plurale non a caso: il 21 luglio il Lecco, rappresentato e difeso dagli avvocati Salvatora De Lorenzis, Domenico Zinnari e Antonio Caiffa, collaboratore dello studio Sticchi Damiani di Lecce, ha depositato il ricorso contro il Comitato Olimpico Nazionale e il Collegio di Garanzia dello Sport presso la Sezione 1T del Tar, che ha fissato «per la trattazione collegiale del ricorso l’udienza pubblica del prossimo 2 agosto». Passo fatto lo stesso giorno dalla stessa Figc contro il Comitato Olimpico Nazionale Italiano per mano dell’avvocato Giancarlo Viglione per chiedere l’annullamento della decisione presa praticamente all’unanimità dall’organismo di governo dello sport nel Belpaese: come detto più volte su questi canali, la Federazione stessa ha deciso di battere la strada della giustizia ordinaria per difendere la decisione di ammettere il Lecco alla prossima Serie B.
Decisione promossa dallo stesso legale Viglione durante il dibattimento al Coni che ha visto prevalere il Perugia: «Certe scadenze erano state fissate quando la finale era fissata per l’11 giugno: i vincitori avrebbero avuto 9 giorni per la documentazione. Il Lecco non avrebbe mai potuto farlo per il 15, prima ancora che il match si giocasse, ma nemmeno per il 20. Ha fatto tutto in meno dei 9 giorni che avevamo considerato. Il Lecco ha meritato la promozione sul campo. La Figc ha sbagliato: quando la Lega Pro ha cambiato il calendario, il 27 aprile, avrebbe dovuto modificare il termine per l’iscrizione della vincitrice dei playoff. Tra l’altro il Lecco aveva presentato istanza di proroga, senza risposte. L’errore commesso non può abbattersi sul Lecco, laddove i 9 giorni erano stati rispettati». Il 29 agosto, invece, si terrà l’udienza al Consiglio di Stato.
Gravina: «Messaggio contrario allo sport»
Intanto il presidente federale Gabriele Gravina ha parlato durante l’incontro “Il calcio di domani” tenutosi a Rivisondoli: «Pensare che ogni volta gli sconfitti attendano riammissioni o ripescaggi va contro lo sport e quei valori che vogliamo portare avanti anche per riavvicinare le famiglie allo stadio e al calcio. Faccio appello anche al buonsenso e alla collaborazione dei presidenti. Abbiamo chiuso il campionato a giugno con due immagini: una società che vince il campionato, il Lecco ed una che saccheggia lo stadio perché retrocessa», con chiaro riferimento al Brescia. «Immagine strana: oggi il Lecco è in Terza categoria e il Brescia in Serie B: dico che è stato lanciato un messaggio che è contrario ai valori dello sport. Il calcio vivrà un’estate abbastanza infuocata nei tribunali, per ragioni che prima o poi dovremo affrontare in maniera decisa. Nel calcio si vince ma si può anche perdere e quando si perde bisogna dimostrare di aver assimilato il senso della sconfitta, che non piace ma va accettata. Pensare che ogni anno i campionati italiani debbano subite un impatto negativo per colpa di chi ha perso e attende riammissioni o ripescaggi non fa bene allo sport e ai suoi valori. Oltre a fare un danno al brand del calcio italiano, proprio quando stiamo cercando di valorizzarlo».