«Eusepi libero!». Un coro che la Curva Nord di Lecco ha dedicato al suo bomber pochi giorni dopo la sentenza d’appello che l’ha tolto nuovamente dai campi di gioco dopo la vittoria acquisita in primo grado. Un coro sentito spesso al “Rigamonti-Ceppi” e fatto scattare anche dal palco di piazza Garibaldi durante la festa del 18 giugno dopo la conquista della promozione in Serie B: un legame instauratosi subito, quello tra Re Umberto Eusepi e Lecco, una vicenda personale complicatissima che ha fatto da collante all’interno di uno spogliatoio in grado di fare subito fronte comune e di andare a sbancare il campo di un Novara (1-2) che in quel preciso momento della stagione era in testa alla classifica. Allora non lo sapevamo, ma in al triplice fischio del “Piola” è iniziata la fase magica di una stagione culminata con il salto di categoria. Una cadetteria che il 34enne attaccante romano, tornato a essere un giocatore a tutti gli effetti il 23 luglio, tornerà ad affrontare dopo sei anni: 6 gol tra Pisa e Avellino prima del ritorno in Serie C. Intanto ha rimesso la maglia bluceleste in occasione di Lecco-Roma, amichevole che ha chiuso il ritiro di Saint-Vincent: il momento della rinascita per un animale da campo e gol.
Lecco, senti Eusepi: «Ho un conto in sospeso»
Umberto, ben ritrovato. In questo anno avrai perso anche l’abitudine a fare le interviste:
«Si, è vero. Però sono contento di essere rientrato e i ragazzi li ho ringraziati perché mi hanno dato una grossa mano. Mi hanno fatto vivere questi sei-sette mesi nel migliore dei modi perché abbiamo vinto un campionato meritatamente e mi hanno dato questa grande gioia. Adesso sono pronto per ripartire, sono carico e non vedo l’ora di ricominciare a giocare».
Hai l’etichetta di bomber della Serie C addosso. Una nuova sfida?
«Sì, diciamo che quando abbiamo vinto il campionato a volte sono rimasto e a volte no. Però la mia esperienza in Serie B l’ho fatta e quindi sono super pronto. Ovviamente si danno le etichette ai giocatori, però per noi tutti è una nuova sfida, chi più chi meno perché siamo tutti esordienti, anche se io ho fatto qualche campionato in questa categoria. È una grossa opportunità per tutti quanti noi e credo che, sia io che tutti i miei compagni, la prenderemo senz’altro al volo. Non ce la faremo scappare».
La sentenza del Tar sta velocizzando le cose. Come vivete il momento?
«Sappiamo tutti che c’è chi verrà e chi andrà via. E quindi a queste sono mosse di mercato ci penseranno la società, il mister e il nuovo direttore che verrà. Quindi queste sono vicende che a noi, e a me personalmente, non interessano. Noi lavoriamo bene, cerchiamo di lavorare benissimo tutti i giorni sul campo e aspettiamo il giorno in cui potremo fare la nostra prima partita in Serie B, perché tutti noi non vediamo l’ora».
Lecco si è affezionata a te, tra striscioni e cori:
«Devo ringraziare i ragazzi della curva, spero di farlo a suon di prestazioni importanti e a suon di gol. Da parte mia vedranno sicuramente il massimo impegno in tutte le partite e cercherò di ringraziarli nel mio modo. Loro mi sono stati vicino anche non conoscendo a fondo e li ringrazio di questo. Sanno cos’ho passato in questi sei-sette mesi e li ringrazio ancora mille volte, anche nei giorni precedenti. Li incontravo in giro e parlavamo, così come mi sono stati vicino tutti: dai giornalisti che hanno rispettato la mia privacy, i tifosi, il presidente in primis che mi ha dato una mano come non so quanti avrebbero fatto. Mi ha trattato come un figlio. Anche il mister mi ha supportato sei mesi, perché la mia vicenda comunque è stata una vicenda che un po’ ha colpito anche tutti, anche lo spogliatoio. I ragazzi hanno messo qualcosa in più: questa è una famiglia, non è una squadra, quindi secondo me con il mio problema hanno estratto il 100% e abbiamo raggiunto una promozione storica. Forse è la più bella in assoluto, lo dico avendo vinto anche altri campionati».
La tua vicenda è simile a quella di Palomino, ma è finita nel modo opposto:
«Non so se la sua avrà un seguito, perché a me dopo quattro-cinque mesi hanno fatto appello. Personalmente ho passato sette mesi difficili, quindi neanche voglio starci più a pensare. La mia squalifica è finita e so che altri ragazzi potrebbero incapparci inaspettatamente, senza volerlo. Non posso dare la colpa a mia moglie se utilizzava uno spray, sicuramente è l’ultima donna che mi avrebbe voluto far del male. Spero che quello che è successo a me non accadrà nuovamente, non lo auguro nemmeno al mio peggior nemico e quindi me la sono lasciata alle spalle».
Il taglio di capelli…
«Mi alleno sempre così, ne ho parlato anche con il mister del codino. Però non è da me. Io sono più pratico e quindi capello corto, l’ho sempre avuto e andiamo avanti».
Ti ha fatto effetto rimettere la maglia con la Roma?
«Sì, sì, sì, mi ha fatto tanto effetto. E ovviamente non è che siano passati due anni: sono passati sei mesi e mezzo, però io, che non ho mai avuto infortuni o stop, ho sempre giocato 30 partite l’anno. Non giocarne altrettante è stato un dolore, quindi adesso dovrò mettermi sotto e cercare di fare il meglio possibile, di dare una mano al gruppo e di ricambiare la fiducia che mi è stata data dalla gente, dal presidente, da mister e tutta la gente di Lecco».
Eusepi rimane qui?
«Sì, sì, sì. Poi ovviamente non dipende da me. Io sto bene qui, loro lo sanno e ho un conto in sospeso».