La sintesi di quello che voglia dire essere a Lecco oggi è rappresentata dal numero di volte in cui vibra il telefono del diesse Domenico Fracchiolla nel giro di mezz’ora abbondante. Il suo ritorno è la notizia di questi giorni e i blucelesti hanno tanto da fare in chiave mercato: inevitabile che ogni addetto ai lavori guardi a una compagine di Serie B in fase di forte ristrutturazione. Detto ciò, nel corso della conferenza stampa fiume andata in scena al “Rigamonti-Ceppi” sono stati fusi tantissimi concetti: mercato, campo e stadio come capisaldi, ma con una quantità di sfumature notevole. Caporale è stato fondamentalmente ufficializzato, mentre sulla questione Ferrante il vecchio-nuovo dirigente, spalleggiato da Maiolo e Foschi, ha messo un freno alle fughe di notizie di queste ultime ore. Altro succederà nel corso dei prossimi giorni.
Il Lecco riparte, la conferenza di Maiolo
«Il campo è la dimostrazione che il presidente fa. Sono tantissimi soldini, anche ieri abbiamo scoperto un po’ di preventivi in Comune. Senza soldi non si fa nessuna categoria. Ci tengo a salutare anche il presidente Magrì, un signore del calcio che ha concesso al nostro direttore qualcosa di non facile: appena è arrivata la chiamata del presidente è arrivato, sarebbe venuto anche a piedi. Siamo tutti contenti della sua venuta, lo conoscete meglio di me e non devo presentarvelo».
Di cosa avete parlato in Comune?
«Il sindaco ci ha invitati ed è stato gentilissimo. Soldi e non solo, era presente anche Valassi con tutti i progetti e una serie di cose in suo possesso. Il Comune non potrà fare e disfare, ma c’è anche Regione Lombardia che vuole partecipare a questo evento: ci ha dato molte speranze».
A chi va il merito di questo ritorno?
«Lo conosco come persona e il giudizio che posso aver dato lo immaginate. I meriti li abbiamo tutti».
Facile rinnovare a Luciano Foschi?
«Non c’è stato nessun problema, ha trovato una squadra un po’ disastrata e da ricostruire. Gli dissi “mister, auguri”: ha fatto vedere a tutti che ha tirato fuori un miracolo, si è trovato in mezzo a un tifone e ha vinto bene un campionato valorizzando dei giocatori».
Sullo slittamento della data d’inizio:
«Per la parte stadio va bene così, guadagniamo un bel po’ di tempo e spero di giocare a Lecco la prima partita».
Cosa è cambiato nella testa del patron?
«Il nome di Fracchiolla è stato sempre sulla bocca di tutti. Domenico è andato via ed è andato in una grande società, non in Serie Z. L’anno scorso siamo partiti così, durante l’anno ne abbiamo sentito meno la mancanza per i risultati ma tutti hanno sempre sentito parlare di Fracchiolla. Il mister ha fatto un miracolo, ma del direttore se n’è sempre parlato: ci aveva detto “arrivederci” e mi tempestava, per me è sempre rimasto a Lecco».
Il Lecco riparte, la conferenza di Fracchiolla
Il compito è di quelli d’ammazzare un cavallo e c’è il problema della riconoscenza:
«Per me è un piacere e un onore essere qui, sentire il presidente Di Nunno è stato un enorme piacere. Voglio ringraziare anche il presidente Magrì che non ho avuto modo di salutare per bene. Noi abbiamo le idee molto chiare, l’unità d’intenti è chiara e nitida: abbiamo un rapporto forte nato sul campo. Ci sono giocatori che hanno fatto la storia e sappiamo su chi dobbiamo basarci, per alcuni dovremo trovare la soluzione. Ferrante? Ci piace tanto, ma stiamo cercando di capire qual è l’idea giusta. Per ora pensiamo agli under, sui giocatori di categoria ci concentreremo dopo Ferragosto, dovremo fare 20-25 operazioni tra entrate e uscite».
A che punto siamo nella costruzione?
«Non stiamo dormendo la notte ed è un lavoro di squadra. Mi ricorda molto quanto successo tre anni fa, quando è partita la costruzione della squadra che ha vinto l’anno scorso. L’importante è che qui arrivi qualcuno consapevole della realtà: devono sudare e sputare sangue fino all’ultimo secondo: come ho detto a Caporale che ogni pallone dev’essere quello della vita».
Sul mercato over:
«A prescindere dall’età, dipende dalla mentalità. I pezzi da Serie B li metteremo verso la fine del mercato, mi conoscete e sapete che lavoro così. La Calcio Lecco si è fatta conoscere per la valorizzazione dei giovani, con i nostri tempi e dinamiche inseriremo gli altri. Cosa manca? Tanto, inutile fare l’elenco della spesa, c’è anche un altro portiere da prendere. Lo scoprirete strada facendo, di nomi ne usciranno talmente tanti… Oltre a Caporale? Nei prossimi giorni faremo sicuramente due under».
Sulla strategia che ha il Lecco:
«Fare la squadra più forte possibile con il nostro budget. Se non ci prorogheranno il mercato, cosa che dobbiamo capire, avremo veramente poco tempo».
Da Graca, Sersanti e Cortinovis:
«Tutti bei giocatori. Vedremo… Sersanti ha delle caratteristiche che sono complicate da trovare».
Il Lecco riparte, la conferenza di Foschi
Come incassi questo arrivo?
«Meno male che è arrivato, sapevamo che era un passo da fare ed era solamente una questione di tempo. Forse poteva arrivare un po’ prima, ma nelle varie vicissitudini la priorità era nella scelta del miglior avvocato. Le tempistiche sono state perfette: ora è arrivato il direttore e devo dire che in pochi giorni abbiamo messo in piedi tante belle cose. Vogliamo portare in campo una squadra che possa giocarsela con tutti. La società si sta ristrutturando, magari verranno coperti anche altri ruoli perché si sta prendendo coscienza della categoria: guardate a livello sanitario, sfido chiunque a trovare un’organizzazione così».
Quanto tempo vi date per litigare?
«Per ora lo facciamo solo sul pranzo (ride, ndr). Ma è dura litigare con me, noi abbiamo dei confronti sani e da quelli viene fuori il meglio. Teniamo buono quello che ci serve: non possiamo dirci sempre “si va bene”. Per ora abbiamo una linea di pensiero uguale e devo dire che il giorno della vittoria con il Foggia gli ho detto che un pezzo di quel risultato è anche suo perché ha scelto tanti giocatori».
Sul mercato:
«Abbiamo dimostrato a tutta Italia che i nomi contano niente. Io voglio portare avanti questa politica, se poi il direttore mi porta Messi sono contento. Il messaggio lanciato è importantissimo: importante è trovare under bravi. Zeman anni fa ha vinto senza nomi, ma gli Immobile e Insigne venivano dalla Primavera del Napoli. Sappiamo che ci sarà da soffrire, ma non dimentichiamoci ciò che abbiamo fatto quest’anno: la mia squadra deve lottare su ogni pallone, se vince sette duelli su undici probabilmente avrò vinto la partita. Portiamo avanti la politica legata al territorio e alla disponibilità. A breve annunceremo dei giocatori che saranno funzionali, che io voglio: dell’età mi frega poco, mi serve gente che corra come Buso e Pinzauti là davanti. Armellino? Lo stiamo trattando, come Marrone e in questo periodo siamo diventati matti. Non bisogna demoralizzarsi se non arriva il nome, l’anno scorso veniva detto che la società non sarebbe voluta andare in Serie B: c’erano cinque milioni di buoni motivi».
Su Zuccon:
«Auguro al ragazzo ogni bene, mi auguro per lui che abbia fatto la scelta giusta perché non decido io per lui. Spero faccia una grande carriera, ha margini di crescita importanti come Girelli: mi era stato detto che sarebbero dovuti andare via tutti e due, ma alla fine sono andati a Cosenza e Sampdoria in Serie B. Un pizzico di merito me lo prendo».
La squadra si è unita in queste difficoltà?
«Non è semplice a livello psicologico, perché c’è anche il mercato che sposta. Abbiamo vinto, quindi i nostri giocatori sono appetibili: mi metto nella loro testa e capisco che non è facile rimanere nel limbo. Cerco di farli star bene, perché poi devo urlargli dietro per farli correre. Poi ognuno fa le sue scelte: qui non voglio gente che non ci vuole rimanere perché c’è da correre e sudare».
Oggi si gioca:
«Stiamo privilegiando la parte fisica, quella che c’interessa di più perché tanti giocatori arriveranno e i concetti tattici sarebbero da ripetere. Non ci stiamo preoccupando dei risultati, ma di mettere dentro dei minuti: dev’essere un passaggio per noi, abbiamo ancora un mese abbondante prima di scendere in campo e dovremo fare tanti allenamenti congiunti. Ci “picchieranno”? Magari, così ci caliamo nella parte: il nostro riferimento è Lakti dal punto di vista concettuale».