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Interviste | Bonazzoli: «Bravissimi a contenere e a crederci»

Mister Emiliano Bonazzoli non si scompone troppo, ma rende merito alla grande prestazione dei suo ragazzi: «Bravissimo Melgrati, ma bravissimi tutti»

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Il Lecco, vittima predestinata, fa l’impresa e sbanca Palermo. Cento minuti a difendersi, soffrire e ripartire: le traverse respingono ciò che la difesa non sbroglia e Melgrati non para, Crociata e Sersanti sull’altro fronte del campo completano il discorso al di là del rigore nel recupero che regala un minuto di bagarre e speranza senza frutto ai rosanero. I blucelesti si portano a casa la seconda vittoria nel giro di pochi giorni dopo quella altrettanto pesante di Pisa, che permette di portarsi al quartultimo posto della classifica nonostante le due partite in meno che si pagano rispetto a Sampdoria, Ternana e FeralpiSalò. Da sottolineare il grande gesto della tifoseria di casa, che ha applaudito Bonazzoli e i suoi ragazzi alla fine del match: di rado abbiamo assistito a questi tributi fatti di rispetto e sportività. Ed è da segnalare anche la chiamata che un commosso patron Paolo Leonardo Di Nunno, ancora ricoverato, ha voluto fare alla squadra mentre questa era in pullman.

Palermo 1-2 Lecco, l’intervista di mister Emiliano Bonazzoli

Mister, hai detto che la fortuna va meritata:
«Si, intendevo questo dopo l’Ascoli. Siamo stati bravissimi a contenere gli attacchi del Palermo, fortunati nelle due traverse. Ci meritiamo il momento, per quanto abbiamo messo in campo in 95′. La settimana è stata esemplare, con la mentalità giusta e senza l’appagamento per quanto fatto martedì: abbiamo giocato quando si poteva».

Palermo troppo audace? Vi ha sottovalutato?
«Melgrati ha fatto delle grandissime parate, ma complimenti a tutti i ragazzi. L’abbiamo preparata per chiudere gli spazi per giocare alle spalle del centrocampo, cercando di offendere e rimanendo consapevoli del grande attacco del Palermo. Abbiamo gente di gamba, veloce: alcuni momenti ci hanno permesso di mantenere un fraseggio per riposare e far sbollire gli attacchi altrui. Siamo stati lucidi nei momenti giusti».

Due gol simili: era studiato dopo il gol preso dallo Spezia?
«Se il terzino spinge molto, se sei bravo a uscire e ripartire in fascia porti fuori il centrale e puoi puntarlo, com’è successo sul secondo gol. Siamo stati bravi a crederci e seguire l’azione».

Palermo 1-2 Lecco, l’intervista di mister Eugenio Corini

Il commento sulla gara:
«Sapevamo che sarebbe stata una partita complicata, c’è grande delusione, la morte nel cuore. Sembrava essere tutto scontato, abbiamo preparato tutto soprattutto dal punto di vista motivazionale: c’erano tutti gli ingredienti, purtroppo le scelte a volte ci hanno penalizzato. Il primo gol lo puoi prendere, sul secondo devi fare meglio. Non siamo mai riusciti ad accorciare nonostante le tantissime occasioni, era difficile prendere velocità ma abbiamo avuto le possibilità per accorciare. Il pubblico ci ha spinti, abbiamo grande rammarico perché la partita avrebbe avuto un grandissimo significato. Alla squadra ho detto che il calcio a volte è molto crudele: vogliamo andare a Genova a fare una grande partita».

Siete stati spesso rimontati in accelerazione:
«Questa caratteristica l’abbiamo sviluppata, oggi meno per le loro coperture. Se volevamo attaccare una difesa bassa, qualche spazio l’avremmo concesso soprattutto sulla prima palla giocata per Novakovich che è in un momento di forma importante. Nel secondo tempo non hanno creato, abbiamo dominato ma senza trovare la situazione giusta nonostante le tante palle gol pulite create. Ma parlare di dati è stucchevole, dobbiamo preparare al meglio la prossima nonostante il grande dolore di oggi».

Sulle scelte in attacco:
«Abbiamo messo due giocatori in grano di presidiare l’area avversaria, consapevoli di rischiare qualcosa. Per questo abbiamo scelto Di Francesco e Soleri al posto di Brunori e Insigne».

Due gol subiti in area di rigore:
«Lavoriamo su questo aspetto, il secondo è simile a quello preso con lo Spezia. Quando hai quaranta metri di profondità alle spalle, il contrattacco ti può creare delle difficoltà. Prima di subire gol, abbiamo avuto delle grosse occasioni».

Hai intravisto qualche squilibrio in fase di non possesso?
«Il punto di equilibrio era Vasic, partire dall’inizio con Mancuso definisce una partita diversa: volevamo più densità al centro, in due-tre situazioni di contrattacco sono stati molto bravi a uscire. Pensavo che questo ci avrebbe portato comunque dei vantaggi».

Le condizioni di Vasic:
«Una botta al ginocchio e un risentimento al quadricipite. C’è un minimo di preoccupazione, tra due giorni avremo il quadro completo».

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