Sono stati giorni di polemiche sul tema stadio per il Comune di Lecco. La bocciatura dei quattro emendamenti proposti in Consiglio ha generato un discreto vespaio: la maggioranza ha deciso di non spostare 685mila euro del presunto avanzo di bilancio, che si chiuderà tra un paio di mesi, per mettere mano a varie aree del “Rigamonti-Ceppi”. Un “no” che è un “risentiamoci in primavera”, quando la riga in fondo al fondamentale documento di previsione sarà tracciata: sentite varie campane, tocca all’assessore a scuola e sport Emanuele Torri parlare per conto dell’amministrazione, spendendo una parola importante anche sul tema del centro sportivo “Al Bione”. Persa la proposta dei privati avanzata nel 2023 per più di un motivo, l’idea maturata a Palazzo Bovara è quella di andare avanti con le proprie gambe per rendere più funzionale una struttura paesaggisticamente favolosa, ma affetta da problemi cronici nonostante i vari interventi effettuati durante gli ultimi anni.
LCN Talks, intervista all’assessore Emanuele Torri
Assessore, partiamo da una frase nota: «Il Comune non ha fatto niente per il Lecco».
«Mi dispiace molto che circolino da un po’ queste affermazioni, perché in realtà noi siamo profondamente grati alla Calcio Lecco dato che sta portando il nome della nostra città sui palcoscenici più importanti a livello nazionale. La prima cosa che voglio ribadire è che c’è tanta, tanta gratitudine per la società e per il presidente. Dopodiché, mi fa un po male sentire queste parole, perché forse ci si dimentica di tutto quello che in termini di diplomazia il nostro sindaco e questa amministrazione hanno fatto l’estate scorsa, quando, ricordiamo, era indubbio in forte dubbio la partecipazione della nostra squadra al campionato di Serie B. Il nostro sindaco, a microfoni spenti, si è mosso molto in termini di relazioni diplomatiche con il presidente della Lega e soprattutto anche il ministro dello Sport, proprio per cercare di far valere il merito sportivo. Quindi credo che abbia fatto davvero tanto in questi termini. Sul tema stadio, il Comune ha fatto in modo che le partite si giocassero a Lecco. Ricordiamoci che proprio nei giorni immediatamente successivi alla promozione il tema era sulla possibilità di giocare qui, con lo stadio in centro e le scuole vicine; l’amministrazione, nella figura del sindaco, si è seduta a diversi tavoli. Io ho partecipato proprio ribadendo questo concetto molto importante, perché Lecco doveva giocare a Lecco per tutti i suoi tifosi, per tutti i giocatori, per la società. Ormai abbiamo giocato il girone d’andata e di problemi non ce ne sono stati né in termini di viabilità né in termini di sicurezza, per cui credo che non sia giusto dire che il Comune di Lecco non ha fatto niente per il Lecco».
Sempre sul tema stadio, vi è stato contestato il fatto di non aver contribuito economicamente:
«Tra l’altro è giusto ricordare che la Calcio Lecco vince i play off nel mese di giugno, quando tecnicamente il bilancio del Comune era del 2023 ed era già stato approvato. Quindi le variazioni di avanzo di bilancio non era più disponibili. In quel momento, effettivamente, il Comune di Lecco non aveva delle risorse spendibili. L’altro aspetto è che comunque la Calcio Lecco, per ottenere il rimborso dalla Lega, doveva emettere delle fatture per cui giocoforza i primi interventi e i primi soldi sono stati comunque sborsati dalla proprietà di questo va dato atto al presidente Di Nunno, che l’ha fatto in maniera tempestiva; se l’avesse dovuto fare il Comune, primo avrebbe dovuto trovare le risorse e, secondo, avrebbe dovuto fare una progettazione preliminare che poi avrebbe dovuto prevedere una gara di assegnazione dei lavori successivamente alla progettazione definitiva, cioè i tempi della burocrazia purtroppo sono più lunghi di quelli di un privato, quindi le cose sono andate in questa maniera. Nelle interlocuzioni con la società c’era stata comunque la condivisione del fatto che, una volta ultimati i lavori, ci si sarebbe tenuti seduti attorno a un tavolo e comunque si sarebbero affrontate anche altre priorità dello stadio, vedendo di mettere a disposizione delle risorse. Ecco, è questo il momento in cui avverrà questa cosa».
Avete detto che ne parlerete in primavera. Perchè allora e non subito?
«Cercherò di spiegarlo facendo un esempio. Siamo nel periodo del calciomercato, la Calcio Lecco si sta muovendo per comprare i giocatori e sistemare quelle parti della rosa che sono un po’ più in difficoltà. Io credo che il direttore sportivo prima di operare sul mercato ha conosciuto quanti soldi può investire, avrà fatto dei colloqui con il presidente e gli avrà detto “ti metto a disposizione un certo budget”. Ora, partendo dal presupposto che gli emendamenti presentati sono frutto di un lavoro serio svolto dal consigliere Valsecchi e dagli altri firmatari, sarebbe stato poco serio da parte nostra approvare questi emendamenti senza conoscere le risorse che effettivamente saranno a disposizione, perchè noi le conosceremo solo nel mese di marzo aprile. L’avanzo di amministrazione non è conosciuto e non può essere conosciuto prima del bilancio consuntivo sul 2023: questa cosa verrà nei prossimi mesi, quindi non si è detto definitivamente “no” a questi interventi, lo si è detto in questo momento perché le risorse non le conosciamo. Sicuramente, una volta venuti a conoscenza di queste risorse, si potranno intavolare dei discorsi, ma anche vedere i progetti».
Il tema dei disabili è stato il grande nocciolo della questione:
«Anche in questo caso mi è spiaciuto sentir dire che il Comune non ha a cuore il tema della disabilità. Uno perché c’è sempre da fare su questo tema, però tante cose sono già state fatte. Io penso anche al lavoro che come assessore all’Istruzione seguo nel rapporto con le scuole sul tema dello sport inclusivo. Sicuramente è una priorità, questa, e non stiamo dicendo di no. Porteremo avanti questo discorso non appena conosceremo l’esatto ammontare dell’avanzo di amministrazione. Priorità? Assolutamente, sono d’accordo. Ricordo che quando i tecnici della Serie B hanno fatto il sopralluogo non hanno riscontrato delle inefficienze o irregolarità rispetto al settore che ospita le persone con disabilità. Vero, siamo tutti d’accordo sul fatto che debba essere reso più dignitoso e funzionale, per cui assolutamente questa è una priorità».
La futura categoria cambia i vostri ragionamenti?
«Anche l’intervento sul generatore è una priorità. Per fornire la corrente servirebbe realizzare una struttura in più che che anche comporta dei costi minori, ma che anche dal punto vista ambientale sarebbe più sostenibile. Diverso parlare di un ampliamento dei posti dello stadio, perché è chiaro che nessuno si augura una retroccessione, anzi io sono fermamente convinto che la squadra abbia tutti i mezzi per poter stare in Serie B. Chiaro che ampliare i posti della Curva Nord significherebbe avere una progettualità anche a lungo termine. Quindi anche di questo sarà interessante discutere con la Calcio Lecco. Sono sicuro che il presidente stia lavorando per regalare alla città tanti anni di permanenza in questa categoria, per cui è chiaro che se questa è la prospettiva e se c’è questa volontà, poi si potrà ragionare anche su un ampliamento dello stadio. Interessante è anche l’intervista dell’architetto Ceppi, che non più tardi di qualche giorno fa ricordava che si potrebbe anche ragionare su uno stadio che venga utilizzato poi anche nel resto della settimana, prevedendo altre funzioni che non siano solo quelle sportive e magari anche quelle commerciali. Sono tutti progetti che però vanno discussi e non possono passare tramite degli emendamenti al bilancio: serve una progettazione vera e propria, non solo un passaggio di risorse da una voce all’altra dei capitoli di bilancio ed esprimersi».
Tasto obbligatorio: il “Bione” in una città piena di eccellenze.
«Intanto ricordiamo che questi tre anni l’obiettivo principale era tenere aperto il centro sportivo. Le utenze sono sparate alle stelle. Cos’è successo? Abbiamo provato a esplorare nel mondo dell’imprenditoria sportiva privata. Qualche settimana fa è stata consegnata questa proposta, ma il periodo molto complicato e per il Comune sarebbe stato un impegno importante, significativo. E ci si è persi poi anche nelle questioni un po’ più burocratiche: questioni di codice degli appalti che sono variate, quindi proposta che andava aggiornata… Riassumendo, diciamo che in questi tre anni abbiamo provato a sperimentare questa strada che purtroppo non ha portato, a oggi, i risultati che avremmo sperato. Ed è il motivo per cui intraprenderemo un’altra strada parallela, perché non è che stiamo chiudendo i privati, ma stiamo dicendo proviamo a pensare di ristrutturare il centro sportivo con le nostre forze. Quindi verrà indetta una gara nelle prossime settimane per individuare un progettista che ci presenti un progetto di riqualificazione dell’intero centro sportivo, rispetto al quale verranno indicate delle cifre e rispetto al quale, magari procedendo per lotti come Comune, potremo mettere delle risorse nostre. Quindi è chiaro che la questione è molto complicata perché il nostro centro sportivo, che è bellissimo, merita sicuramente di avere un abito diverso, migliore, però è altrettanto vero che la situazione è tremendamente complicata. Ci stiamo davvero spendendo, perché tutto lo sport che viene fatto nella nostra città e tutti i risultati che vengono raggiunti possano avere anche delle strutture. Spogliatoi? Avrebbero dovuto essere pronti in primavera…».