Primo approccio con il mondo Lecco per mister Alfredo Aglietti. Nel giro di 24 ore è stato portato a termine il ribaltone: via Bonazzoli, Malgrati e Nenciarini, dentro l’esperto allenatore toscano con il vice Cesar e il preparatore Sorbello. Pochi giorni, da lunedì a venerdì, per mettere a punto una nuova idea di calcio in vista della sfida con il Cosenza e rialzare emotivamente una squadra che nel 2024 deve ancora fare i primi punti e ha perso contatto con la zona salvezza diretta. “Onore delle armi” per chi se n’è andato: a mister Bonazzoli era stata data la possibilità di rimanere con un incarico diverso, ma ha preferito declinare l’invito dopo un faccia a faccia avuto nel primo pomeriggio allo stadio. Alle 15 è scattato il primo allenamento del nuovo corso.
Presentazione Aglietti, le parole del diggì Angelo Maiolo
«Ringrazio mister Bonazzoli, Malgrati e Nenciarini per il lavoro fatto».
Direttore, la solita operazione da collante:
«Abbiamo lavorato parecchio in queste ultime 24 ore, domenica pomeriggio abbiamo avuto un colloquio serrato in una stanza d’ospedale fino a farci riprendere. Sono fiero della scelta di mister Aglietti, sono sicuro che realizzerà l’impresa aspettata: nessuno è contento di esonerare un allenatore, s’instaura sempre un rapporto di amicizia e con Andrea non è stato facile ma 5 partite di fila perse dovevano portare a una svolta se vogliamo arrivare dove abbiamo in testa di arrivare. A gennaio è stato fatto un lavoro importante e abbiamo la grande speranza di mantenere la Serie B: questo è il momento di remare tutti dalla stessa parte, a fine campionato tireremo le somme».
Quali sono le condizioni del patron?
«È stato ricoverato a Bari per un’infezione urinaria abbastanza trascurata. Deve prendere degli antibiotici in via endovenosa per l’inefficacia delle pastiglie: ne avrà per una decina di giorni, sabato sera al telefono mi ha fatto un po’ paura. Domenica, invece, si è capito quello che aveva».
Orientativamente di quali cifre parliamo?
«Oggi è inutile, credo che il presidente debba avere il riconoscimento per aver preso una squadra fallita e per averla portata in Serie B: le spese sono tantissime e quello che dice fa, è un orgoglio per tutta Lecco. I giocatori sono arrivati, lo staff pure e le risposte le deve dare il campo: le cifre sono altissime. La famiglia Di Nunno vuole bene a Lecco, i risultati arriveranno».
La presentazione di mister Alfredo Aglietti
«Prima di tutto voglio ringraziare la proprietà e la famiglia Di Nunno, ci siamo scelti dopo un brevissimo contatto telefonico».
Mister, il clima della tifoseria è demoralizzato. Che ambiente ha trovato?
«Abbiamo tutto il momento per rimediare alla classifica, la squadra è viva. Ci sono dei momenti negativi che ti sembrano portino ad annegare. Prima dobbiamo levarci dall’ultimo posto, poi possiamo annusare la salvezza: il Lecco potrà salvarsi all’ultimo minuto dell’ultima giornata».
Quanta voglia di rivalsa ha? A Brescia le hanno rubato un anno:
«Frase perfetta. A Reggio Calabria ho avuto un inciampo, si era incappati in una serie di risultati negativi, mentre lo scorso anno con Cellino non lo considero neanche, visto che ho avuto venti giorni da allenatore in carica, sette con i giocatori in vacanza e altrettanti con il Covid…».
C’è stata la possibilità di trattenere Bonazzoli nello staff:
«Ha deciso lui, preferendo defilarsi. Gli va reso onore, in maniera molto onesta e da ragazzo per bene ha preferito farsi da parte evitare discussioni».
Ha visto giocare il Lecco, tra pregi e difetti?
«Il campionato si divide in due tronconi, prima della sosta natalizia la squadra ha avuto grande voglia e non si è mai arresa, ottenendo grandi risultati e con sconfitte immeritate prima di un buon filotto. Dopo c’è stata forse della rilassatezza mentale, che ha portato a ottenere sconfitte che hanno tolto delle certezze».
Qual è il credo tattico?
«Dipende da quando uno arriva. A gennaio la rosa è stata arricchita, valuteremo giorno per giorno al di là del mio concetto di calcio. Giocheremo con la difesa a quattro, questo si, poi vedremo come sviluppare il resto».
Il mercato ha dato una rosa nuova, sarà agevolato nell’amalgama?
«Non ho lo storico di Malgrati o di Foschi, che erano qui prima di me e conoscevano i ragazzi andati via. Io devo, chiaramente, basarmi sulle qualità della rosa da ora in avanti: quei ragazzi sono stati ringraziati, chi c’è oggi deve confermare quanto fatto lo scorso anno. Gli onori di oggi sarebbero uguali a quelli di allora».
Il percorso tattico è legato al 4-4-2:
«Sono passato anche per il 4-3-1-2 e altri sistemi. Al di là delle preferenze, oggi non si può andare in un posto e dire “faccio così, compratemi questi giocatori” perché non riesce nemmeno ai migliori allenatori della storia. La squadra la trovo già fatta, corretta e rinforzata a gennaio: non escludo niente, anche perchè il tempo a disposizione è poco».
C’è qualche giocatore già allenato?
«No, siamo un foglio bianco gli uni per gli altri».
C’è da ritrovare l’impermeabilità difensiva:
«C’è la fase di possesso e di non possesso, i giocatori si devono sacrificare e devono avere idee, organizzazione e qualità per mettere in difficoltà gli avversari».
Ci sono giocatori di particolare esperienza:
«Mi aspetto un apporto da parte di tutto il gruppo, se tutti mettono qualcosa di più allora ci salviamo. Se Ionita fa una grande partita ma sotto non c’è qualcuno che fa altrettanto diventa inutile».
C’è qualcosa che non è piaciuto subito?
«La classifica (ride, ndr). Scherzi a parte, non sarei qui se la situazione fosse migliore. Devo fare quaranta giorni di lavoro in poco tempo, dobbiamo ottimizzare e guardare il bicchiere mezzo pieno. Diamo messaggi di unione e compattezza, la Serie B è un patrimonio di Lecco e del Lecco, vale per tutti e dobbiamo essere bravi a trovare una compattezza che qua si può trovare per programmare con più tranquillità: l’estate è stata intensa, si è passati anche nella “serie nulla” e si fa in fretta a dimenticarsene».
Dicono che sia un sergente di ferro:
«Mi dicono che ho un brutto carattere. Ma ho un carattere, ecco. Non penso sia vero, quando sono in campo do il 110% e pretendo altrettanto: quando non vedo questa cosa, io lo dico e magari qualcuno non se lo vuole sentir dire. Ai calciatori dirò delle cose nelle quattro mura, ma fuori li difenderò sempre: non sono un sergente di ferro, sono una persona con un carattere».
Di cosa avete parlato con il vecchio staff?
«Meglio partire con la testa sgombra, chi era qui aveva un’idea e io potrei averne un’altra».
Presentazione Aglietti, le parole del diesse Domenico Farcchiolla
L’esonero di Malgrati va oltre l’aspetto tecnico:
«Con Andrea c’è un rapporto importante, ma vale anche per la famiglia Di Nunno. Non è stata una decisione facile, per nessuno, ma ci sono i risultati e dobbiamo fare il bene della squadra: dopo 6 partite la soluzione migliore era quella, oggi abbiamo preso coscienza di aver bisogno di qualcosa di diverso. Con lui rimane il rapporto personale e di stima, questa è stata un’esperienza che gli tornerà molto utile ma dovevamo fare questa scelta. Il mister ha dato disponibilità immediata e di questo lo ringrazio. Il presidente ha dato la possibilità di fare un ulteriore sforzo, non sta lesinando nulla e sta dimostrando la voglia di salvare a tutti i costi la categoria: le proveremo tutte, per noi mantenere la categoria viene prima di tutto. La famiglia Di Nunno ci è sempre vicina, oggi hanno accolto il mister. Vogliamo invertire la rotta».
Quale la chiave di volta per la trattativa Aglietti?
«È stata una chiacchierata di 40 minuti, ci siamo sentiti ieri mattina perché non era premeditato: abbiamo parlato della rosa a disposizione, gli ho spiegato il percorso legato al cambio di allenatore. Azzeriamo quanto fatto a livello mentale per fare un minicampionato da 14 partite, l’effetto casa sarà molto importante visto che ci saranno otto partite da affrontare: la città di Lecco e i lecchesi devono essere il valore aggiunto, le partite qui non finiscono mai e dobbiamo spingere tutti insieme».