Padre e padrone. Il patron Paolo Leonardo Di Nunno è pronto a operare l’ennesima rivoluzione di una stagione folle: via mister Alfredo Aglietti e il suo staff, sollevato dall’incarico il diesse Domenico Fracchiolla, richiamato mister Luciano Foschi con cui erano volati stracci solo pochi mesi fa con tanto di diffida formale arrivata via pec per le dichiarazioni rilasciate dal numero uno bluceleste. L’aveva giurata sia al suo dirigente che, meno direttamente, allo stesso allenatore, messi nel mirino dopo la fine del calciomercato nonostante il recentissimo ingaggio del secondo: il post Sudtirol-Lecco è stato caratterizzato dall’intenso dialogo tra Aglietti e Di Nunno senior direttamente sul campo del “Druso”, poi Fracchiolla ha scelto di difendere la scelta fatta poche settimane or sono e si è rifiutato di operare l’esonero, lasciando l’incombenza – le incombenze, anzi – al suo datore di lavoro. Il tentativo di mediazione, se così vogliamo definirla, dei figli Cristian Paolo e Gino Di Nunno non ha sortito l’effetto da loro sperato: la chiamata è arrivata sul telefono del tecnico residente a Reggio Emilia, esonerato dopo la batosta di Cosenza a ottobre e sostituito con il duo Bonazzoli-Malgrati, il contratto fino al 2025 è un motivo non da poco per accettare di ritornare a lavorare al “Rigamonti-Ceppi”.
Di Nunno senior si ritroverà da solo al comando, o giù di lì, mentre Foschi avrà uno staff che definire ridotto ai minimi termini è un eufemismo: Malgrati ha rifiutato la risposta, visti i pessimi rapporti con il suo ex capo allenatore, alla preparazione atletica è destinato a rimanere Diego Scirea ma la panchina bluceleste sarà decisamente poco popolata e bisognerà trovare quantomeno un vice allenatore. Foschi è atteso a Lecco già nella serata di sabato, anche perché per la mattinata di domenica è stato indetto un allenamento punitivo per volontà diretta del patron, uno dei suoi grandi classici nei momenti di magra quando le cose non girano. L’ennesimo “all in” di una stagione che rischia di avere un finale infernale, ben peggiore di una semplice retrocessione.




















