L’Ascoli e poi la pausa per la Nazionali. Il Lecco di Aglietti, che da quelle parti ha lanciato elementi da Serie A, si prepara al viaggio nelle Marche: il programma del sabato è corto: allenamento di buon mattino, partenza intorno alle 13 e lungo viaggio verso la bella località che ospita le gare dei bianconeri. Per entrambe le compagini si tratta di una partita di quelle che non si possono sbagliare: il Lecco deve rianimarsi e provare a rientrare in lotta, l’Ascoli non può permettersi di perdere terreno rispetto alle dirette concorrenti e di farsi avvicinare dai diretti concorrenti. Intanto al “Rigamonti-Ceppi” hanno fatto capolino il vicepresidente Gino Di Nunno e il patron Paolo Leonardo Di Nunno: quest’ultimo è nel mirino di piazza e squadra dopo le assurde uscite di questi giorni, ma è anche stato convocato dalla Questura per via del disagio causato all’ordine pubblico con il teatrino andato in scena nel prepartita di Lecco-Palermo.
Verso Ascoli-Lecco, l’intervista alla vigilia di mister Alfredo Aglietti
Mister, un bene o un male affrontare una squadra fresca di cambio in panchina?
«Da un lato è un male perché avranno più stimoli, dall’altro un bene perché tanto sereni non saranno. Entrambe le squadre giocheranno con più preoccupazioni che certezze».
Un’altra bella settimana…
«Noi dobbiamo pensare a lavorare, è stata una settimana particolare ma dobbiamo capire la situazione in cui siamo. Non è contento nessuno, nemmeno noi: dobbiamo ripartire dalla prestazione fatta con il Palermo per fare dei punti che ci stanno scappando. Basterebbe poco per avere un altro umore e un’altra speranza, quello che succede deriva anche dai risultati».
Troverete una squadra con delle difficoltà in difesa:
«Bisogna vedere se effettivamente giocheranno a 3 dietro, Carrera in una settimana non può ribaltare tutto. Noi dobbiamo andare a fare la nostra partita, abbiamo solamente un risultato a disposizione: hanno fattore campo e cambio allenatore, ma non ce ne dobbiamo preoccupare ripartendo dalla prestazione fatta con il Palermo».
Quanto credi alla possibile impresa?
«Il tempo c’è, per il resto mi sono stancato di fare sempre lo stesso discorso perché bisogna dare seguito sul campo alle parole».
Cosa ti porti dentro dall’esperienza di Ascoli?
«Oltre a Orsolini c’erano giovani di talento come Favilli, Mignanelli, Cassata ed elementi esperti. Si respira calcio dalla mattina alla sera, è una piazza importante del calcio italiano ed è stata una bellissima esperienza. Le cose sono andate bene a conti fatti, ma si erano create delle aspettative diverse dopo quel girone di ritorno».
Ancora Inglese e Novakovich?
«Il peso che cercavamo l’abbiamo trovato, di conseguenza bisogna dare continuità. Potremmo ripartire con le due punte, la speranza è che uno dei due ossa sbloccarsi».
Sugli indisponibili:
«Celjak e Louakima non ci saranno: “Coco” aveva recuperato e poi ha avuto una ricaduta al flessore, Celjak ha un fastidio agli adduttori. Lamanna dopo la sosta? Probabilmente si, la prossima settimana potrebbe fare qualcosa in gruppo».
Sulla gestione Buso:
«Ha giocato a Bolzano, mi baso su quello che vedo durante la settimana e questo nuovo modulo chiede una punta diversa dalle sue caratteristiche. Sta bene, ha avuto un calo rispetto al girone d’andata ma sappiamo che può e deve darci quello che ha fatto nel girone d’andata».
Su Sersanti:
«Ha avuto un problema il giorno prima di Lecco-Palermo, ho preferito non rischiare».
Ottimo posizionamento in Coppa Disciplina:
«Brutto da dire, forse, ma un po’ di fastidio mi dà perché un fallo tattico in determinate situazioni andrebbe speso. Ogni tanto un “giallo” non farebbe male, è peggio concedere una situazione da gol. L’Ascoli la più cattiva? Si passa di paolo in frasca, ha avuto diverse espulsioni. Spesso sono rimasti in dieci, non credo sia una questione di cattiveria».
Presente il presidente oggi:
«O è vicino o ci fa sentire la sua vicinanza. Siamo contenti che sia venuto e che abbia visto la squadra allenarsi in una certa maniera».
Sui calci piazzati:
«Anche oggi abbiamo lavorato tanto su quelle situazioni, perdere così fa molto male. Sono cose su cui lavoriamo e per le quali ci prepariamo: rimangono il risultato e questo dato, che determina moltissimo a livello psicologico».