Se non è la partita che sintetizza meglio la stagione, siam lì. Il Lecco gioca un’ottima prima ora contro il Venezia e va sopra con Buso, sprecando pure ottime occasioni per raddoppiare, ma le solite amnesie difensive portano all’uno-due firmato da Pohjanpalo e Buso che risulta essere decisivo al triplice fischio del pessimo Mercenaro: l’arbitro, di rientro dopo tre settimane di stop, espelle incredibilmente Celjak per fallo da ultimo uomo nonostante la vicinanza con Bianconi. L’ultima fase è un duello tra Melgrati, strepitoso in più occasioni, e gli attaccanti ospiti, nel finale un paio di mezze palle passano in mezzo all’area ma senza il tocco di un giocatore bluceleste. Il verdetto non è ancora maturato, ma recuperare dieci punti con soli dodici a disposizione è qualcosa di quantomeno complesso da immaginare.
Di Nunno: «Sto regalando la società»
Sul fronte delle trattative per la cessione c’è da registrare l’incontro tra l’intermediario Belletti, che ha visto la partita in tribuna con il responsabile marketing Manfredini prima di raggiungere il terrazzino della sede e dialogare brevemente con il patron Di Nunno. La partita è ancora aperta: «Chiedo due milioni e mezzo di euro senza debiti, ma nessuno la vuole. Sto regalando la società, con quei soldi non pago nemmeno i lavori allo stadio», ha affermato brevemente il patron in sala stampa; le parti continueranno a dialogare in settimana e, in ogni caso, per il closing ci vorranno delle settimane per puri tempi tecnici: il primo e grande obiettivo è trovare un accordo e procedere con il signing tra le parti.
Lecco 1-2 Venezia, l’intervista di mister Andrea Malgrati
Mister, un’ora di bel Lecco poi un blackout:
«Il sunto è giusto, sono veramente contento del calcio che hanno espresso. Riuscire a fare sessanta minuti in quella maniera contro una squadra totalmente diversa da noi e lottare fino alla fine è davvero tanta roba. Da qualche parte facciamo degli errori e se siamo lì dei motivi ci sono. Prima e a fine partita ho detto loro di continuare a lottare, anche se arriverà la matematica retrocessione: è un fattore di crescita, ci sono anni in cui vinci e in cui retrocedi, anni in cui fai i play off e in cui non fai niente. Devi sempre mettere il tuo credo: oggi c’è Malgrati, domani un altro allenatore e uno non si deve far spostare da queste cose anche se non gioca. Devono andare avanti a lottare e a onorare questi colori, anche oggi ci hanno spinto tantissimo e li ringrazio: i ragazzi hanno fatto una partita eccezionale, quello che gli si chiede».
Ancora una volta l’arbitro…
«Non mi piace parlarne, anche se nello spogliatoio ho lo staff che mi fomenta. Però siamo a tre indizi, che fanno una prova: sta andando così, sta girando tutto male ma bisogna onorare la passione di tutti; alle mie spalle sento spesso persone avvelenate, ma per me rimane un gruppo che per larghi tratti della partita è stato in grado di fare un calcio molto bello».
Tra errori e ritardi nei cambi:
«L’errore è di reparto e la colpa è anche mia. Da tutto l’anno siamo in ballo con ‘ste palle inattive, sembravamo esserne usciti e invece… Cambi? Con il senno di poi è tutto più semplice, durante la partita pesiamo quello che possiamo fare: magari saremmo cambiati in peggio, non è mai facile entrare bene in partite così; si valuta in base a quello che un allenatore percepisce durante la partita e vede in settimana».
Buso è la nota positiva:
«Ricordo i primi giorni qui di Nico, ha avuto un’evoluzione incredibile. Si spende molto per il gruppo ed è molto intelligente, che capisce dove può crescere: ha capito cosa comportava il cambio di categoria ed è un giocatore completamente diverso dalla Serie C; quando un giocatore vuole migliorarsi, può solo che andare avanti».
Lecco 1-2 Venezia, l’intervista di mister Alessandro Sersanti
Alessandro, come l’hai vista dal campo?
«Il primo tempo è stato giocato in maniera bellissima, giocare contro la terza in classifica vuol dire non concedere niente; purtroppo stavolta è andata male nell’episodio, loro da grande squadra l’hanno ribaltata in due minuti. Abbiamo dato tutto, come sempre».
Ancora problemi sulle palle inattive:
«Siamo andati in difficoltà nel girone di ritorno, anche se nell’ultima partita non abbiamo subito niente. Forse partiamo con l’idea di prendere gol: in partita capita l’episodio, dobbiamo essere bravi a migliorare nella singola occasione».
Il calo è stato psicologico o fisico?
«Nel primo tempo abbiamo spinto veramente tanto, il calo ci sta perché non possiamo andare sempre a mille all’ora; abbiamo anche difeso bassi, poi hanno fatto cambi importanti e hanno dato freschezza».
La tua stagione: ti senti tornato ai livelli autunnali?
«Sono consapevole di aver avuto un piccolo calo, anche fisico, come vale per tutta la squadra. Io mi sento bene e mi alleno sempre al massimo. Sono qui per fare la mia miglior stagione per il Lecco, darò tutto fino all’ultimo secondo di questo campionato».
Lecco 1-2 Venezia, l’intervista di mister Paolo Vanoli
Mister, un’oretta di sofferenza poi la qualità paga:
«Sofferenza sì, ma occasioni da gol un po’ di più perché il portiere ha fatto delle parate strepitosi. Temevo il Lecco, la squadra ha dimostrato di essere viva che anche oggi ci ha voluto provare fino alla fine. Avevo avvisato i miei giocatori di queste situazioni e nel primo tempo abbiamo fatto fatica, arrivando sempre dopo sulla seconda palla; ho fatto dei cambiamenti e il secondo tempo è andato meglio».
Il Como è rullo compressore, ma voi siete in scia:
«Non guardiamo chi è davanti, dobbiamo provare a fare cinque vittorie e poi vedremo chi sarà più bravo ad arrivare secondo. Non vogliamo mollare fino alla fine».
Ti aspettavi questo approccio?
«Per regolamento c’era l’opportunità di provare il campo e ho voluto fare qui la rifinitura perché curo tutti i dettagli, non so cosa facciano i miei colleghi. Oggi non voglio trovare alibi, siamo grandi professionisti; la fatica fatta nel primo tempo non è stata dovuta al campo».
All’intervallo la svolta è stata emotiva, tattica, di uomini…?
«Ho detto solo che c’era da stare calmi, vista la possibilità di ribaltare il risultato. Ci siamo messi uno-due e abbiamo fermato il loro play, riuscendo ad andare meglio in transizione: i giocatori sono intelligenti, bravi e il gruppo fa la differenza; chi è entrato ha dimostrato di essere il bello di questa cosa».