Dentro al campo il Lecco ha dominato per 70′ prima di farsi male da solo, fuori dal campo i tifosi blucelesti e quelli della Sampdoria hanno dato vita a uno scontro vocale dai toni altissimi, colorato anche dalle tante bandiere sventolate nelle due Curve e nei Distinti. I numeri sono chiari: 5.431 spettatori, il dato più alto da Lecco-Leffe del 22 aprile 1990, con circa 1.800 ospiti e un incasso per la gara di 50.643,66 euro che sale a 74.532,88 euro considerando il rateo degli abbonamenti (23.889,22 euro). Vogliamo parlare dell’indotto per gli esercizi? Vari ristoranti e bar hanno accolto i supporter liguri per il pranzo, tant’è vero che qualcuno ci ha confidato: «Abbiamo capito, una volta di più, cos’ha voluto dire la Serie B per questa città», che questa categoria se la sarebbe voluta tenere decisamente ben stretta per un altro po’. Invece abbiamo già parlato di un miracolo buttato via per una gestione scellerata a livello societario, visto che l’ultimo posto è stato aritmeticamente “conquistato” grazie alla 22esima sconfitta stagionale in 36 partite.
Numeri che ucciderebbero l’entusiasmo del pubblico più ottimista, ma quello bluceleste rimane il 13esimo della categoria per supporter portati in trasferta – 423 in media in 18 partite disputate – nonostante l’applicazione della fidelity in uscite cruciali come quelle di Como e Genova. Fate voi.
Di Nunno provoca, ma vende? Bizzozero in tribuna con Citterio
C’era una discreta attesa per la possibile presenza sul terrazzino del patron Paolo Leonardo Di Nunno, tenuta in segreto fino all’ultimo perché è lo stesso amministratore delegato – spesso e volentieri – a decidere all’ultimo secondo. Dopo un iniziale riscaldamento, la Curva Nord ha fatto sentire forte e chiaro il proprio scarso gradimento nei confronti dell’imprenditore barese, intonando per una buona decina di minuti dei cori di dissenso; in tutta risposta Di Nunno ha risposto con delle provocazioni ben intuibili dalle fotografie in allegato, dopodiché la contestazione ha lasciato spazio all’incitazione per la squadra. Il tutto sotto gli occhi di Fabrizio Citterio e Daniele Bizzozero, il primo intermediario del businessman Alex Lin e il secondo presidente dal 2014 al 2016 prima del fallimento decretato da Dario Colasanti, giudice del tribunale di Lecco; i due sono arrivati insieme e, dopo aver parcheggiato nel retrostadio grazie al pass concesso dalla società, hanno assistito alla partita dalla tribuna d’onore.
Ovviamente sono tutti fattori che si legano a una possibile cessione della società che è chiacchieratissima ma che sta andando per le lunghe: Di Nunno ha parlato a più riprese con Lin e ha già avuto modo d’incontrarsi con Jamie Welch, replicando con Belletti in occasione di Lecco-Venezia; la trattativa con il fondo americano è quella concreta ma non le due fazioni vorrebbero che fosse l’altra a onorare le mensilità del periodo marzo-giugno dato che la questione economica non è esattamente di secondaria importanza. Nel frattempo ai fornitori viene ripetuto che «bisogna aspettare il closing» prima di veder riconosciuti i corrispettivi legati ai contratti firmati dal patron: Di Nunno non è troppo contento della due diligence prolungata svolta dal fondo americano, ma del resto dovrebbe capire quanto non sia facile ricostruire la contabilità legata a una gestione più a sentimento che analitica. Intanto Lecco aspetta un cambio della guardia dopo sette anni di successi – innegabile – alternati allo sfregio dell’immagine bluceleste, con quel Lecco-Palermo a rompere definitivamente un rapporto già logoro di suo: la voglia diffusa è quella di tornare nel campionato cadetto in fretta dopo una stagione scivolata via troppo in fretta.