24 ore e spicci al debutto del Lecco con l’Union Clodiense. I blucelesti inaugureranno, dopo il prologo della Coppa Italia, il campionato di Serie C 2024/2025: di fatto anche il primo test di una certa importanza per quanto riguarda il lavoro messo a terra dal cambio di proprietà in poi, con il passaggio dai Di Nunno agli Aliberti e la scelta di mister Francesco Baldini come tecnico. Le Aquile, fresche di retrocessione, troveranno dall’altra parte del campo una neopromossa che ha vissuto un precampionato interessante, contraddistinto da equilibrio sul campo e anche dei buoni risultati, al di là della battuta d’arresto con il Lumezzane in Coppa. Al “Rigamonti-Ceppi” si è rivisto, credibilmente per l’unica volta, Nicolò Buso che nel pomeriggio partirà alla volta di Catanzaro e inaugurerà il proprio secondo corso in Serie B. Finalmente anche il calciomercato sta per finire.
Verso Lecco-Union Clodiense, l’intervista alla vigilia di mister Francesco Baldini
Mister, si vincerà con la testa e con le gambe?
«Sono molto contento che inizi il campionato e lo sarà quando chiuderà il mercato. Complicato per gli allenatori lavorare con il calciomercato aperto. Nel calcio la preparazione tattica e tecnica sono importanti, ma in Serie C conta tanto l’aspetto motivazionale: ho visto i ragazzi migliorati sotto questo aspetto, non è facile ricompattare l’ambiente dopo una retrocessione e lo so bene; in questi giorni ho visto e sentito qualcosa di diverso: da domani ci sono in ballo i punti e tocca avere in mente questo aspetto. Con i giocatori che rimarranno qui fino alla fine avremo il compito di onorare la maglia fino alla fine».
Sulla situazione di Buso:
«Semplice gestirla per uno come me, che guardo solo il campo. Per la partita di domani avrei messo la formazione seguendo quel criterio. Ai ragazzi ho chiesto rispetto e di andare forte in mezzo al campo: Nicolò è un bravissimo ragazzo, ma lui come altri aveva la testa altrove e non me lo potevo permettere. La gestione è diventata semplice».
In attesa di risposte dal mercato:
«Ritorno a prima, rimettere insieme i cocci dopo una retrocessione è difficile. Abbiamo trovato 23 giocatori con la testa per andare via, mentre oggi vedo entusiasmo al di là di chi è andato e sta andando via: qui, dopo quello che è stato passato, ricompattare tutto non è stato semplice. Non abbiamo giocato tantissimo e le amichevoli sono state sperimentali, abbiamo incontrato il Milan Futuro e guardate cos’ha fatto anche a Novara. Questa settimana abbiamo lavorato molto sulla fase offensiva: sono certo che uscirà un’ottima partita».
Ancora sul mercato:
«Ho detto che non mi sarei fatto portare via i giocatori più forti che avevo, ma questo deve avvenire con elementi che hanno voglia di star qui a lottare. In Serie C preferisco uno meno forte che va a duemila all’ora: con Buso, Bianconi e Melgrati avrò parlato venti volte, ma se rimane una volontà che è quella di andare via non mi metto a pregare la gente. Lavoreremo per trovare le alternative giuste, ma il grande lavoro è stato fatto sul ricompattamento dell’ambiente: con pregi e difetti, ma il 31 agosto qui rimarranno giocatori pronti a buttarsi nel fuoco».
Su Ionita:
«Faccio fatica a parlare di un giocatore non nostro. Possono esserci delle trattative in corso, è dalla partita con la Juventus che penso alla gara di domani. Parliamo di un calciatore forte, dobbiamo completare la mediana».
Su Pinzauti, Ardizzone e le ipotesi di formazione:
«Sui centrali non abbiamo segreti, altrove… Ardizzone e Pinzauti si sono allenati con la squadra e saranno tra i convocati, Zuberek sta meglio e Galeandro sta bene, Tordini ogni giorno va ripreso per qualcosa ma sto lavorando per farlo diventare un giocatore vero: se riesce a capire che i consigli dati sono per il suo bene può essere una risorsa importante, ha fatto dei passi in avanti e ne deve fare altri perché dev’essere più uomo squadra. Ci stiamo lavorando, è un ragazzo intelligente. In mezzo al campo abbiamo tutti a disposizione, mentre con la Juventus abbiamo perso preventivamente Celjak che comunque potrebbe essere convocato».
Di Gesù-Frigerio è un ballottaggio?
«No, possono giocare insieme».
Sulla Clodiense:
«Non è mai facile trovare una neopromossa, hanno temperamento e grandi motivazioni. Verranno sicuramente per fare un’ottima partita, quando ero a Vicenza ricordo della presenza in testa alla classifica del Sangiuliano: dovremo pareggiare la componente motivazionale, in quel caso sicuramente potremo fare risultato».
Che girone è, l’A?
«4-5 squadre hanno fatto cose importanti: Vicenza, Padova, Triestina, FeralpiSalò. Poi ci sono le sorprese, forse nessuno l’anno scorso avrebbe pensato a un Mantova vittorioso alla fine del campionato: il Lecco stesso è un esempio lampante di questo. Speriamo di essere una di quelle sorprese: gli obiettivi sono stati dichiarati chiaramente, ma se s’incastrano 2-3 cose in questa categoria si può fare veramente molto bene. Sono un ambizioso».
Conosci mister Andreucci?
«Sì, conosco la formazione del campionato di Serie D e lui viene da quelle categorie. Ha coraggio, si presentano con il 4-3-3 e pressano, cercando di giocare a calcio in modo propositivo: bisogna stare molto concentrati. Ha bravi singoli, ma sono concentrato sul concetto di squadra. Onestamente mi sono concentrato molto di più sulla mia squadra».