Capitolo numero ottanta per Pro Patria e Lecco. Blucelesti e biancoblù si presenteranno con addosso cerotti ben visibili sul campo dello “Speroni” a causa dei vari infortuni e acciacchi che erodono parecchio le file delle due rose. Momenti molto diversi per i gruppi di Baldini e Colombo: le Aquile arrivano da due sconfitte consecutive, i Tigrotti da una serie di quattro risultati utili e la vittoria esterna con la Clodiense, non a caso per i bookmakers lo 0-0 è il risultato secco che presenta la quota più bassa tra quelli tenuti in considerazione. All’ombra del “Rigamonti-Ceppi” ha svolto i primi allenamenti Jean-Claude Billong, che sarà convocato a differenza di Jacopo Furlan visto l’infortunio al petto che lo terrà fuori almeno per il prossimo impegno.
Verso Pro Patria-Lecco, l’intervista alla vigilia di mister Francesco Baldini
Mister, chi c’è e chi non c’è?
«Siamo in emergenza, è un periodo così e va stretta la cinghia cercando di fare risultato a prescindere. Furlan ha un problema mai visto in 35 anni di calcio, Frigerio e Di Gesù non stanno bene, Billong sarà convocato ma non è ancora pronto per giocare. Rientrano Lepore e Beghetto, non abbiamo Zuberek e Ionita che sono in Nazionale: sta alla squadra mettere in campo tutto ciò che ha. Sono convinto che questo periodo lo passeranno tutte le altre: dobbiamo riprendere a fare risultato, fuori casa non abbiamo mai vinto e quella in casa ha fatto male a tutti. Con i centrocampisti siamo all’osso, magari è il momento di Gunduz».
Che spiegazione date a questi infortuni?
«Ci abbiamo ragionato e siamo andati sui singoli casi: non abbiamo ancora avuto uno stiramento di quelli classici. Abbiamo riguardato tutto il lavoro fatto con lo staff sanitario: al 90% dipendono dal fatto che nel calcio ci sono i contatti e che sull’ematoma si fa fatica ad andare sopra. Facciamo fatica a cambiare qualcosa per averne meno: le infiammazioni possono essere dettate dal sintetico».
Para Dalmasso?
«Sì, a prescindere dal fatto che è più grande e ha esperienza. Fall nella sua vita farà il portiere, è un ragazzo che mi piace molto».
Cosa ti aspetti dall’avversario?
«Giusto che persone e tifosi si concentrino solamente sul risultato, noi dobbiamo analizzare il tutto in modo professionale. Il Renate è stato più bravo nella trasformazione delle occasioni create, dato molto importante come detto da Foschi, e il secondo dato è quello dei duelli persi. Ai ragazzi chiedo di vincere duelli e maggior cinismo, quindi. La Pro Patria farà il gioco del Renate, mi aspetto di fare la partita perché loro sono molto bravi a ripartire in contropiede con Beretta e Terrani. Dobbiamo sicuramente diminuire i passaggi sbagliati a centrocampo perché ci giocano su questo».
Come va con l’insofferenza?
«Ho parlato con la squadra e gli ho spiegato perché sia durata più del normale: per fortuna negli ultimi anni non ne ho subite tantissime, ma stavolta ci ho messo di più. Mi sono scusato con loro, da ieri sono nuovamente carico come una molla e sono convinto che i ragazzi possano fare un’ottima prestazione domani, nell’allenamento di ieri sono rientrati Battistini e Ilari che ho spremuto all’inverosimile. Voglio andare a provare a vincere la prima partita in trasferta».
Su Billong:
«Ci serviva. Vi racconto un aneddoto: dopo due minuti di allenamento ha tirato un urlo che mi ha lasciato così. È un determinato che rompe le scatole in maniera positiva ai compagni: dopo mezza giornata sapeva i nomi di tutti e li chiamava, questo secondo me ci è mancato vista l’assenza di Lepore e Marrone. Un po’ di queste cose le abbiamo pagate, mi ha dato la sensazione di essere uno con una presenza importantissima a livello fisico e di temperamento. Non penso ci vorrà tanto, ho pensato di farlo giocare domani e sicuramente avrebbe dovuto farlo in caso di assenza di Battistini: preferisco non farlo partire dall’inizio, ma avevamo bisogno di un giocatore di grande temperamento».
Come cambia la squadra? È completa?
«Un allenatore è in difficoltà se arriva un giocatore ogni dieci giorni, ma l’inserimento di un nuovo elemento cambia sempre le dinamiche. Non abbiamo diritto di chiedere pazienza, ma bisogna avere un po’ più tempo e noi ci mettiamo anche i nostri infortuni. La mia speranza è quella di recuperare tutti e averli a disposizione, non è un caso se i risultati siano arrivati quando abbiamo cambiato poco: non vedo l’ora di ritrovare la nostra fisionomia».