Seguici

Calcio

Interviste | Baldini: «Avevamo la partita in mano, dobbiamo farci un esame di coscienza». Celjak: «Poca percezione del pericolo». Colombo: «Energia diversa nella ripresa»

Terza sconfitta di fila per il Lecco, ancora una volta con una rimonta subita all’interno di una gara in totale gestione. Pesano le palle inattive, ma non solo

Condividi questo articolo sui Social
Tempo di lettura 5 minuti

Un continuo leccarsi le ferite. Il Lecco si fa rimontare anche dalla Pro Patria e perde la terza partita di fila di una stagione che ora ha ufficialmente preso una brutta piega. Allo “Speroni” i blucelesti gestiscono tempi e umori nella prima frazione: pur senza brillare, la squadra di Baldini rischia poco e trova il vantaggio con il rigore di Lepore, sfiorando la seconda marcatura con Kritta. Il problema, come già accaduto, è che nella ripresa il livello d’intensità cala e tantomeno viene pareggiato quello dell’agonismo altrui: l’ex Beretta prima e Somma poi permettono alla squadra di casa di trasformare in oro – e tre punti – due occasioni cercate e costruite con estrema voglia, con la libertà concessa dal Lecco che sicuramente aiuta parecchio gli altri a brillare. Legittimo che dal settore ospiti piova la prima contestazione della stagione, un «tirate fuori i c…..» decisamente non interpretabile.

Pro Patria 2-1 Lecco, l’intervista di mister Francesco Baldini

Mister, squadra che si accontenta del vantaggio?
«C’è rammarico, avevamo la partita in mano. Abbiamo preso gol per l’ennesima volta su calcio d’angolo e lì sono cambiate le dinamiche, per non parlare dell’espulsione che arriva un minuto dopo aver fatto due sostituzioni. Difficile dire il contrario rispetto a quello che mi hai detto, la squadra non dava la sensazione di aver problemi: la responsabilità è mia, dovrò trovare le soluzioni perché abbiamo tantissimo da lavorare. Difficile commentare la terza sconfitta, è una cosa complicata, la responsabilità è la mia e dovrò analizzare tutto quanto per risolvere questo difetto».

Nove gol in poche partite:
«Dobbiamo farci un esame di coscienza, io per primo. La Pro Patria ha una filosofia ben chiara e va dato loro il giusto merito: abbiamo giocatori esperti che mandiamo in campo, dobbiamo alzare la concentrazione insieme alle aspettative».

A cosa possiamo ricondurre questo calo?
«Dobbiamo analizzare tutti, il calo nel secondo tempo è stato evidente fermo restando che diventando lunghi si fa più fatica. Dopo il vantaggio abbiamo iniziato a sparare palloni su Sipos e quando non la tieni mai fai fatica. Mettiamoci una condizione non perfetta… Non sono attenuanti, la responsabilkitò».

Sull’espulsione di Galeandro:
«Non si può dare un’ammonizione su un pestone a metà campo. Rimani in dieci con due sostituzioni offensive e questo condiziona, ma ripeto non ci sono attenuanti».

Potete reggere il 4-2-3-1?
«Le abbiamo provate tutte, non possiamo giocare a 3 dietro. Se fosse un problema di modulo lo cambierei, ma non mi sembra di essere stato un integralista».

Pro Patria 2-1 Lecco, l’intervista di Vedran Celjak

Vedran, un altra rimonta da portare a casa:
«Nel primo tempo è stata una buona gara, nel secondo non siamo scesi in campo e abbiamo sbagliato tutto. Eravamo lunghi, c’è sempre la sensazione che viene percepito molto poco il pericolo. Il risultato è questo».

Sui calci d’angolo:
«Marchiamo a zona, se ti capita sempre di prendere gol qualcosa ti manca. La percezione del pericolo, la voglia di non prenderlo. L’occasione di una grande ripartenza buttata via ci è costata un calcio d’angolo, poi subentra della negatività. C’è da difendere meglio sui piazzati».

Nove gol subiti in quattro partite:
«Deve far rosicare, dobbiamo essere nervosi e incazzati».

Pro Patria 2-1 Lecco, l’intervista di mister Riccardo Colombo

Mister, la squadra ha risposto con il 3-5-2:
«Non è quello che ha cambiato la nostra partita, ma la linea di pressione e il vincere le seconde palle. È l’atteggiamento, più che il modulo, a fare la differenza: nel primo tempo abbiamo pensato di poter essere più bellini, nel secondo li abbiamo presi dieci metri più avanti ed è cambiata l’energia. Gli episodi sono girati bene ed è indispensabile, ma il gioco era in mano nostra: il secondo tempo ci ha dato tanto, quello che è emerso di più è Beretta ed è stato tanta roba».

Parlavamo di Pitou, ieri:
«Entrato benissimo, li ha messi in difficoltà e avrebbe potuto fare qualcosina in più sull’ultimo dribbling. Bravi tutti, fare nomi non mi piace. Somma? Sì, da voi è stato un po’ bersagliato. Essere resilienti è una delle regole messe nello spogliatoio: chi vuole fare il calciatore ci passa, forse a Messi non capita ma è lì che si cresce; chi non le supera cambia categoria o lavoro».

Difesa giovane, ma che dà sicurezza alla squadra:
«Nel primo tempo si poteva fare un pochino meglio, in alcune situazioni siamo stati pigri e abbiamo camminato. Nella ripresa si è vista la voglia di andare in avanti ed è lì che facciamo la differenza; difendiamo di squadra e quando attacchiamo dobbiamo essere equilibrati. Beretta? Ottimo giocatore, a Lecco lo conoscono. Santana a parte, da un po’ non avevamo uno così».

Una squadra che risponde a sollecitazioni e idee:
«Quest’anno ho sempre detto che la squadra fa e gioca, anche con il cambio di gioco non si crea problemi. Piano piano mettiamo tutti un mattoncino e l’atteggiamento giusto è la cosa più importante per una squadra di calcio. Non dobbiamo sentirci appagati di quanto fatto finora».

Condividi questo articolo sui Social

Lecco Channel Web Radio

Diario 1912 - Il nostro podcast

LECCO CHANNEL NEWS TV

SEGUICI SU FACEBOOK

Altre notizie in Calcio