Un cambio in panchina ogni 77 giorni. È questa l’altissima media tenuta in casa bluceleste, probabilmente senza pari tra il 2023 e il 2024: cinque cambi radicali in 385 giorni, un elogio alla discontinuità. In principio ci fu la cacciata di mister Luciano Foschi, esonerato insieme al valido prof Lietti dopo Cosenza 3-0 Lecco e prima della pausa per le Nazionali: due settimane di lavoro per il duo Bonazzoli-Malgrati, sconfitta all’esordio con l’Ascoli (0-2) poi la doppietta a Pisa e Palermo (1-2), vittoria che cadde esattamente un anno fa e da allora è rimasta senza seguito lontano dal “Rigamonti-Ceppi”. Corsa verso la salvezza, agganciata a Santo Stefano, nuovo capitombolo sull’onda di un mercato a dir poco massiccio – 29 operazioni in totale – e avvicendamento con l’esperto Alfredo Aglietti, cacciato e richiamato tra il 2 e il 3 marzo pur senza ufficialità ad appesantire il conto: alla fine pagò per tutti il direttore sportivo Domenico Fracchiolla, passato dalla risoluzione consensuale e ora al Giugliano nel girone C di Serie C. L’esonero per l’allenatore e il suo ridotto staff arrivò comunque un mese più tardi (3 aprile), con tanto di tentativo di riappacificazione tra Foschi e l’ex vice Malgrati miseramente fallito: fu il secondo a ereditare – in deroga speciale per 60 giorni – la gestione della squadra fino alla retrocessione maturata matematicamente poco dopo a Parma.
Il primo esonero degli Aliberti
Ritornato mestamente in Serie C e passato alla famiglia Aliberti, il Lecco ha vissuto un nuovo cambiamento il 27 giugno: niente conferma per chi aveva (e continua ad avere) un contratto anche per la stagione 2024/2025, risoluzione per mister Luciano Foschi – tornato al Renate -, scelta che è ricaduta su Antonio Minadeo per la direzione sportiva e da lì su Francesco Baldini in qualità di capo di uno staff ampio e reduce dalla doppietta tra Perugia (esonero) e Trento (play off). Le cose in campionato sono partite bene con tre vittorie e tre pareggi, poi la barca ha cominciato a imbarcare acqua e la vittoria con la Pergolettese ha rappresentato il tentativo di tappare la falla con un dito: 2-1 inferto dalla FeralpiSalò e nuovo esonero per lo staff nella sua totalità (circa 500mila euro lordi all’anno per due anni), e chiamata per Gennaro Volpe; erediterà anche parte di un gruppo che tutta questa ridda l’ha vissuta sulla propria pelle, senza considerare il brevissimo incarico ad interim per Achille Mazzoleni della Primavera. A loro, prima ancora che al nuovo tecnico, il compito di rialzare la testa dopo un ottobre orribile.