Seguici

Calcio

Figc-Lnd Lombardia, Pedrazzini rassegna le dimissioni da presidente

Il numero uno del calcio lombardo ha ritenuto impossibile andare avanti: «Non si sono create le condizioni per un rapporto di reciproca fiducia con i 12 consiglieri eletti nella lista opponente»

Il dimissionario Sergio Pedrazzini
Condividi questo articolo sui Social
Tempo di lettura 4 minuti

Il presidente del Comitato regionale Lombardia Figc-Lnd Sergio Pedrazzini ha rassegnato le proprie dimissioni dal ruolo conferitogli a seguito dell’Assemblea elettiva ordinaria del 14 settembre 2024. Dopo settimane di riflessioni e proposte concrete, il numero uno del calcio lombardo ha ritenuto impossibile andare avanti in quanto non si sono create le condizioni per un rapporto di reciproca fiducia con i 12 consiglieri eletti nella lista opponente.

Le dimissioni sono state inviate al presidente della Lega Nazionale Dilettanti, Giancarlo Abete, nella mattinata di martedì 29 ottobre, il giorno dopo la conclusione del percorso elettorale della Lnd 2025-2028 per l’ultima carica ancora vacante relativa alla designazione del delegato assembleare effettivo e supplente del Settore Giovanile e Scolastico in rappresentanza dell’Area Nord.

Il lungo sfogo di Pedrazzini

«Termina qui un percorso che il 14 settembre scorso mi ha visto vincere e confermare il mio incarico di presidente del Comitato Regionale Lombardia in un contesto elettorale che ha prodotto un risultato anomalo dove 12 dei 15 consiglieri sono stati eletti in quota alla lista opponente.

A seguito di quell’Assemblea ordinaria si sono susseguiti accadimenti che hanno determinato una profonda serie di riflessioni e che hanno portato alla decisione che comunico oggi con grande dispiacere, nonostante la volontà di molte società, che mi hanno chiesto insistentemente di rimanere. Il mio senso di responsabilità mi impone, nell’interesse del Comitato Regionale Lombardia, di rassegnare le dimissioni al dottor Giancarlo Abete, in quanto in questi oltre 40 giorni le azioni mosse dai 12 consiglieri della lista opponente mi hanno fatto capire che la possibilità di governare in un rapporto di reciproca fiducia non può sussistere.

Ecco alcune delle motivazioni che mi hanno indotto a prendere tale decisione: con l’Assemblea ordinaria elettiva del 14 settembre ancora in corso, una buona parte dei consiglieri e delegati assembleari neoeletti mi ha intimato di dimettermi immediatamente, in contrasto con quanto appena votato dalle società. Al mio rifiuto, vista l’anomalia venutasi a creare, e alla mia richiesta di tempo per una riflessione serena, la sera stessa mi è stata indirizzata una Pec con una richiesta di convocazione immediata di un Consiglio direttivo, in totale contraddizione con la loro precedente richiesta di dimissioni rimarcata anche da un comunicato stampa da loro diramato.

Ancor più irrituale è stata poi la Pec ricevuta lunedì 16 settembre in cui i 12 consiglieri autoconvocavano il Consiglio direttivo per il giorno seguente, intimando al segretario di espletare tutte le formalità per la convocazione. A ciò è seguita la mia risposta in cui ho chiesto di ritirare quest’ultima entro le 14 del giorno successivo. Il 17 la convocazione stessa non è stata ritirata e i 12 consiglieri hanno fatto ricorso al Collegio di Garanzia dello Sport con richiesta di adozione di un provvedimento cautelare al fine di intimarmi la convocazione urgente di un Consiglio direttivo finalizzato alla nomina dei due vicepresidenti e di attribuire le deleghe operative. Il 17 ottobre il Collegio ha dichiarato inammissibile il ricorso legittimando il mio ruolo.

L’elenco di quanto accaduto necessiterebbe di un ulteriore approfondimento, ma mi limito a ricordare i fatti più rilevanti, quelli che fanno capire la grande mancanza del rispetto dei ruoli che questi 12 consiglieri hanno avuto non solo nei miei confronti, ma in quelli delle istituzioni e soprattutto delle società.

Nonostante tutti questi ostacoli si è istituzionalmente provato, fra le parti, con l’ausilio del consigliere eletto nella mia lista, Martino Arosio, dei consiglieri responsabili di calcio a 5 e calcio femminile Oscar Gilardi Luciano Gandini a proporre soluzioni per tracciare un percorso insieme. Proposte che spesso sono state accettate e condivise dai 12 consiglieri durante alcuni incontri informali, salvo poi repentini cambi di idea.

Sono consapevole che l’eventuale commissariamento, quale strumento di garanzia dell’ente come previsto dai regolamenti, possa portare a un’attività meramente ordinaria nelle prossime settimane, ma auspico un’attenta riflessione da parte degli enti preposti che possa portare in tempi rapidi alla ricostituzione degli organi regionali. Ritengo più opportuno per le società questo momento piuttosto che una situazione di impasse per i prossimi 4 anni. Rimetto in gioco una carica che le società mi hanno dato per il loro bene e per quello del Comitato».

Condividi questo articolo sui Social

Lecco Channel Web Radio

Diario 1912 - Il nostro podcast

LECCO CHANNEL NEWS TV

SEGUICI SU FACEBOOK

Altre notizie in Calcio