Ore 22.31 di lunedì 4 novembre, il Lecco ha appena perso a Vicenza una partita che aveva ormai messo sui binari del pareggio. Prova complessivamente positiva, una buona fetta disputata ad alto ritmo, calo nell’ultima frazione e via dicendo. Argomenti che dopo poco meno di 48 ore sono diventati triti e ritriti, per quanto rimangano di stretta attualità e di necessaria analisi per lo staff tecnico. Il nostro focus si sposta quindi su quanto è accaduto pochi istanti dopo la fine del match: al centro del cerchio formato da giocatori e compagnia si trova Artur Ionita; cos’abbia detto in quei momenti è giusto non saperlo nemmeno, piuttosto è stato il body language a stupire. Tanto per cominciare, era da tempo che i blucelesti non si radunavano dopo il triplice fischio: Baldini era solito prendere e lasciare per primo il campo per dirigersi negli spogliatoi, di conseguenza va visto come un elemento di novità sostanziale nella ricerca di nuovi equilibri all’interno del gruppo. Concentrandosi sul centrocampista moldavo, l’incazzatura era evidente e chiaramente giustificata dal risultato finale: se matura una cultura legata al rifiuto della sconfitta il Lecco ha solo da guadagnarci, considerato come sono arrivati le varie delusioni nel corso di questa stagione.
La ricerca dei leader – più o meno silenziosi – ha così fornito un nuovo risultato: sommare il giocatore più altisonante della squadra al nucleo storico – Battistini, Celjak, Lepore, Galli – va visto di buon occhio, all’interno di uno spogliatoio serve più di un capitano e non quasi è mai la sola assegnazione della fascia a stilare la gerarchia. E sotto questo aspetto finora ci sono state delle carenze.
In attesa del mercato
L’arrivo di Volpe potrebbe aiutare a definirle meglio, considerato che il nuovo tecnico ha scelto di puntare su un nucleo ristretto di elementi in questi primi 180′ e ha ottenuto delle risposte degne di nota. Due mesi per tracciare il bilancio della metà del primo mandato che serviranno per preparare il calciomercato invernale: il Lecco non ha bisogno di rivoluzionare, ma sicuramente di ristrutturare e dalle cessioni andranno recuperate delle risorse per allungare le file dei tre reparti, trovando giocatori anche tecnicamente meno puliti ma in grado di fare battaglia vera. La categoria chiede questo: gamba e fame, in soldoni una gran voglia di emergere. E le prime, timide voci di mercato paiono andare in quella direzione.