Il Lecco è dentro il periodo peggiore della sua stagione. Dopo il cambio in panchina – da Baldini a Volpe – la squadra ha avuto una reazione di pancia ma si è letteralmente persa nella nebbia di Gorgonzola dopo aver accusato una flessione nel secondo tempo della gara pareggiata in casa con la Virtus Verona. Un pessimo modo per chiudere il primo trimestre sportivo sotto l’egida della gestione Aliberti: il vicepresidente Francesco è comparso di fronte a telecamere e microfoni per tracciare il bilancio e indicare le prospettive di mercato per quanto riguarda il mercato di gennaio 2025, pur senza sbilanciarsi visto il periodo ibrido che prevede ancora la disputa di cinque gare prima della riapertura delle liste.
La conferenza stampa del vicepresidente Francesco Aliberti
Vicepresidente, a gennaio cosa farete sul mercato?
«Vogliamo pensarci il più tardi possibile, ma se ci saranno delle cose non ci tireremo indietro. Mancano ancora cinque partite, crediamo nella rosa che abbiamo costruito in estate con Minadeo e Baldini perché sono giocatori di assoluto livello per la categoria: non vorremmo fare operazioni, poi ci sono tutte le valutazioni del caso. Non stiamo sondando nessuno, i ragionamenti si fanno per tutta la durata dell’anno».
Dopo le prime due partite si è tornati indietro. Cosa manca?
«Alcione e Vicenza sono state partite ottime, se non eccellenti anche viste le squadre avversarie: prima ci siamo presi tre punti ottimi, poi avremmo potuto strappare un importante pareggio. Con la Virtus dopo mezz’ora ci siamo afflosciati, con la Giana è stato un disastro dall’inizio alla fine: il problema è mentale e sono d’accordo, bisogna probabilmente ricucire certe cose e far sì che l’enorme cornice di pubblico dia coraggio e non spaventi. Mi sta benissimo subire un gol, ma poi devi farli e devi avere coraggio: il problema ora è nella manovra offensiva».
L’attacco chiede interventi, in difesa non si può fare il 3-5-2. Non intervenire sarebbe sbagliato:
«No, vorremmo non intervenire ma abbiamo 5 partite nelle quali i giocatori dovranno dimostrare di tenere alla maglia. Ci sono attaccanti ancora a secco, altri che non stanno rendendo come voluto: fin dal giorno uno i ragionamenti si fanno quotidianamente, non stiamo trattando nessuno perché prima di tutto diamo fiducia ai giocatori».
L’atteggiamento non è cambiato da Baldini a Volpe:
«Abbiamo gente che ha fatto la Serie A e la Serie B, non sono elementi che iniziano a giocare adesso: siamo convinti che il problema mentale lo risolveranno dentro lo spogliatoio visti i leader che ci sono. Non credo a figure professionali specifiche, ce la possono fare da soli mettendoci più coraggio e forza: come società stiamo mettendo tutti gli elementi nelle condizioni di lavorare nel miglior modo possibile, questo vuol dire metterci soldi. Bisogna che qualche giocatore ci metta delle responsabilità in più, non è stato un problema tattico per quanto mi piacerebbe vedere anche altri moduli».
Sull’operato del direttore sportivo:
«La sua figura è confermatissima e ha la massima fiducia della società. Le scelte sono state fatte di concerto con la proprietà perché non eravamo sulla luna. Daniele Rocco stasera ritirerà un premio, l’anno scorso ha fatto 14-15 gol ed è stato il vicecapocannoniere del girone A: ci abbiamo creduto e ci crediamo, al momento ha avuto poco spazio. Sta facendo meno delle aspettative, ma ci sono ancora 5 partite. Di Carmine? C’è stata una trattativa, non è stato scartato. Abbiamo avuto anche un brutto lutto e non è facile operare in certe condizioni».
Capitolo rinnovi:
«Non ho avuto la sensazione che incida nella testa dei giocatori più esperti. È stato dato il 100%, magari non sempre e con continuità ed è il problema di questa squadra. Rinnoviamo il contratto di chi se lo merita: prospetti giovani con sirene dalla Serie B, per alcuni senatori l’intenzione c’è ma in questo momento il messaggio è quello di farci vedere che se lo vogliano meritare».
In estate ti aspettavi momenti del genere?
«L’entusiasmo non è assolutamente calato di una virgola, di sicuro non ci aspettavamo di esonerare l’allenatore a ottobre. La scelta non è stata indolore dal punto di vista economico, abbiamo puntato su un elemento nuovo per vedere qualcosa di diverso e forse abbiamo avuto coraggio nel fare questa cosa: non siamo lontani dall’obiettivo dichiarato dai play off, ma questo è un anno particolare, di transizione e rifondazione. Le maniche vanno rimboccate oggi, non a gennaio o febbraio: non ci accontenteremo del decimo posto, ma non scendiamo in campo noi e questi giocatori devono mettersi sotto per cercare di far vedere qualcosa di più ai tifosi».
Perché si corre poco e male?
«Bel mistero, in effetti. Da ignorante, posso dire che mister Volpe ha preparato una preparazione atletica vecchia di mesi. Nelle ultime quattro partite, anche sabato, ho visto correre di più».
Fai un bilancio trimestrale:
«Difficile da dare un voto, parliamo di due stagioni in una. Voto sufficiente perché sono una persona pessimista di natura, vedo squadre che hanno speso tanto e sono ultime. Questa squadra può dare di più, ma dopo la falsa partenza con la vecchia gestione è iniziato un nuovo campionato e prima di dare un giudizio sull’operato del mister aspettiamo e vedere il da farsi a gennaio».
Possibili ingressi nella compagine societaria?
«Siamo sempre stati aperti all’ingresso di nuovi soci, il mese scorso c’è stato il fondo interesse di un grosso gruppo americano (per il 49% al massimo, ndr) che ha fatto importanti operazioni nel mondo del calcio. Abbiamo fatto delle videoconferenze e avevano una deadline al 25 ottobre: sono spariti, per il momento non c’è alcuna novità. Non so neanche come prenderlo, questo interesse, ma sicuramente il Lecco è appetibile».
Come funziona il consiglio di amministrazione?
«Mio papà è l’entusiasta e vede quasi solo le cose positive, il riflessivo è mio zio anche vista la sua esperienza, pratici lo siamo tutti e tre ma forse mi prendo io questo aggettivo. Ho un retroscena: al momento dell’esonero c’è stata una discussione, dopo Busto ho votato per il cambio ma mio zio e mio papà hanno deciso di proseguire fino a Salò».